Solo su SOLOLECCE.IT: Iurlano, cuore aperto sul Lecce
Parla il figlio dell'ex Presidente giallorosso
LECCE - Un legame indissolubile nel tempo.
Da sempre il nome della famiglia Iurlano è legato ai colori giallorossi. 30 anni fa, esattamente, quella magica formazione guidata da Franco Iurlano approdò per la 1° volta in Serie A.
Oggi, in queste ore in cui la città vive con sgomento l'incertezza sul futuro si avverte la necessità di ricominciare un discorso, da 0 o quasi, e per farlo anche "festeggiare" quel trentennale può avere un senso, può risvegliare la passione giallorossa.
La pensa in questo modo il figlio dell'ex Presidente Iurlano, Corrado, più volte accostato al futuro del Lecce. Noi di SoloLecce.it l'abbiamo intervistato e sentito per voi, a poche ore dalla nascita dell'associazione "Rinascita Giallorossa", di cui è stato subito nominato Presidente onorario.
Anni bui - "Sono state 3 stagioni difficili, quelle dei Tesoro, soprattutto la 1°, condizionata da una gestione approssimativa della squadra. E' mancata l'esperienza, anche il coraggio di prendere provvedimenti drastici, che mio padre usava sempre quando le cose non andavano bene, soprattuto coi calciatori, spesso avendo ragione. Nel 2° anno le 5 partite perse in avvio da Francesco Moriero avevano risvegliato in me la voglia di agire subito, contando allora anche sull'assistenza tecnica di Pantaleo Corvino. Fu la famiglia Tesoro a non volerne sapere di intavolare una trattativa con il gruppo che rappresentavo".
Il futuro - "Il cuore come sempre è giallorosso, mi dice di tentare ancora qualche soluzione. Tanti amici mi esortano a mettermi a capo di un gruppo in grado di riportare il Lecce dove è stato sino all'arrivo dei Tesoro. Ma prima voglio organizzare una grande festa, per ricordare l'impresa compiuta dal Lecce di papà; quella spero che diventi un'occasione per riaccendere la passione di tutti, uniti, per il nostro Lecce".
Nuova società - "Personalmente in questo momento non ho la possibilità di prendere il Lecce, ma sono in prima linea per creare un cordone di salvataggio per la squadra e per il calcio leccese, come è accaduto nell'inverno di 2 anni fa. Vorrei oggi mettere insieme un gruppo di imprenditori che hanno voglia di investire nel calcio, anche se l'attuale momento di crisi economica e le vicende losche che circondano il pallone potrebbero far scappare chiunque. Spero sinceramente che i Tesoro agevolino la trattativa, mi auguro che in questo momento aprano la porta ad un dialogo il più trasparente possibile. Mi sembra che sia una mossa ostruzionistica, a prima analisi, quella di chiedere un versamento preventivo già solo per accedere ai libri contabili. Queste garanzie servono quando è il momento di arrivare a un accordo, non preventivamente al dialogo. Diversamente spero che qualcuno si faccia avanti comunque, rilascio questa intervista non certo per farmi pubblicità e chi ama il Lecce e chi mi conosce sa cosa provo e se dico la verità o meno. Non parlo per visibilità ma per sentimento. Allo stato attuale credo che i Tesoro, se non hanno intenzione di cedere il titolo sportivo al Sindaco, è perchè hanno la legittima aspirazione imprenditoriale di recuperae qualcosa dall'operazione di vendita. Occorre capire quanto".
Ricordi e appeal - "Ai tempi di papà c'era il dubbio se Lecce fosse prima o dopo Bari, non ci conosceva nessuno; anche il calcio ha contribuito al marketing turistico, a trainare un territorio intero. Papà fu anche il primo ad avere una sponsorizzazione da un ente, non pubblico ma quasi, con l'APROL (l'unione degli ulivicoltori salentini, per chi non lo sapesse). Oggi come 30 anni fa abbiamo bisogno di tutti, per tornare grandi. Abbiamo bisogno anche di mettere insieme le forze".
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