Trapani e Foggia, vertici societari vecchi e nuovi nei guai: sequestri per 40 MILIONI
L'ex VicePresidente del Foggia raggiunto da un maxi-sequestro, sigilli anche alle quote del Trapani del Presidente Morace
TRAPANI - Guai in vista per i vertici societari vecchi e nuovi di Foggia e Trapani.
I Carabineri di Palermo e di Trapani hanno messo i sigilli a 10 milioni di Euro di beni di Vittorio Morace, socio di maggioranza della società di navigazione "Liberty Lines" e Presidente del Trapani. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano.
Secondo l'accusa il Presidente del Trapani avrebbe stretto un accordo con una dirigente dell'Assessorato ai Trasporti della Regione Sicilia per predisporre e confezionare su misura della sua azienda un bando di gara per l'affidamento del servizio pubblico di collegamento via mare tra la Sicilia e le sue tante isole minori. In cambio la dirigente si sarebbe fatta assumere la figlia alla compagnia di navigazione di Morace, ricevendo altri beni di lusso di valore a titolo di tangente.
La Procura della Repubblica di Palermo ha messo sotto chiave anche il 50% del Trapani, ossia la metà delle quote societarie della squadra di calcio.
Nelle stesse ore l'oramai ex VicePresidente Onorario del Foggia Massimo Curci, finito in manette qualche mese addietro e ora ai domiciliari, è stato raggiunto da un sequestro preventivo per oltre 30 milioni di Euro a carico di quasi 100 società di autotrasporti di cui deteneva la contabilità. Curci è ritenuto responsabile del reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici, sostanzialmente avrebbe "truccato" le dichiarazioni fiscali delle società per sottrarre alle tasse svariati milioni di Euro, ricevendo in nero in cambio ulteriori somme sulle parcelle professionali.
Questo aspetto della vicenda giudiziaria di Curci, vale la pena sottolinearlo, non coinvolge direttamente il patrimonio o l'operatività del Foggia, ma solo ed esclusivamente l'attività professionale del commercialista foggiano che poi, con i proventi del suo lavoro, avrebbe coltivato la sua passione per il calcio investendo le somme che per la magistratura sarebbero anche provento di alcune operazioni illecite come quelle sopracitate. Ma non si tratta, lo ripetiamo, di attività fraudolente presunte del Foggia o direttamente collegate alla attività della società calcistica.
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