L'EDITORIALE. Padalino, il DELITTO PERFETTO. No, così non va. Chi non se ne accorge E' COMPLICE
Proviamo a capire cosa non è andato (tutto) nel Lecce visto a Foggia
FOGGIA - Mentre stiamo scrivendo questo editoriale l'allenamento del giovedì del Foggia con il Lecce è ancora lontano dal finire, a quindici minuti dalla fine di una agonia, chiamatela partita, semmai ci fosse stata una partita. Quella vera solo sugli spalti, dove anche questa volta gli 800 giallorossi al seguito hanno dovuto assistere impotenti alla resa incondizionata del loro Lecce.
E sì, ora chi dimentica o non vede, o fa finta di non vedere (reato peggiore) è complice. Tutti. Anche se dovessero arrivare parole di circostanza o iniezioni di entusiasmo o di ottimismo di facciata dai massimi vertici societari. Anche perchè fare un'iniezione a un cadavere, questo Lecce di Foggia, è impresa inutile, non si sono mai visti cadaveri ritornare dal loro stato mortale.
Si può perdere, sì, ma non con questi contorni ridicoli, imbarazzanti. Si può perdere ma non ci si può consegnare disarmati all'avversario. Così ha fatto il Lecce, che ha lasciato chiavi in mano lavato e lucidato il centrocampo alla più forte mediana della Lega Pro, opponendosi alla solidità di Vacca, Agazzi e Deli con (poveri loro, non hanno colpe) due Under 21 (Tsonev e Fiordilino). Fatti a pezzetini.
Una sconfitta senza appelli, per Padalino, su cui tecnico e società dovranno lungamente riflettere. E che non deve passare per ininfluente. E su questa sconfitta rifletta anche chi gli ha fatto il mercato di riparazione. Da una parte sono entrati Di Piazza, Deli e non solo, dall'altra Agostinone, ossia una buona riserva da Eccellenza Pugliese. Se questo è il Lecce sono tutti colpevoli.
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