GAMBIZZATO IN CITTA', C'E' IL RETROSCENA SHOCK. L'aggressore parla: "ecco perché l'ho fatto"
Storie di donne frequentate senza il "permesso" dell'aggredito, dietro alla gambizzazione di lunedì
LECCE - Una vendetta per una aggressione fisica subita.
Ci sarebbe questo retroscena, dietro la gambizzazione di lunedì lungo Viale Grassi, in piena città a Lecce, di fronte al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
In arresto da ieri c'è Giuseppe Calcagnile, 41enne leccese, in ospedale ferito alle gambe il suo “nemico”, un 39enne sempre leccese.
Calcagnile è accusato di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma da fuoco. Ha piccoli precedenti alle spalle, legati al mondo degli stupefacenti, da cui era uscito ripulito in una fase attuale di lavo normale e di vita lontano dagli ambienti criminali.
Da tempo però subiva minacce, insulti e ripetuti pestaggi da parte dell'uomo ora in ospedale, per via di una relazione sentimentale con una donna vicina agli ambienti del giovane gambizzato.
Lunedì l'ultimo pestaggio: l'aggressore dormiva nella sua abitazione, quando è stato raggiunto dal 39enne e da un amico, che l'hanno riempito di botte. Deciso a vendicarsi Calcagnile si è rimesso in piedi, è uscito di casa, si è procurato una pistola ed ha raggiunto il suo aguzzino per sparargli alle gambe: “non volevo certamente ucciderlo”, ha detto ai magistrati e alle forze dell'ordine che l'hanno già sentito, “ma fargli capire che ero stanco di tutte quelle aggressioni”.
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