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L'ANALISI: i detrattori hanno provato a fargli tanti sgambetti, ma ha vinto di nuovo lui...

La vittoria con il Catanzaro è il successo di Piero Braglia

LECCE - L'ha detto anche Romeo Papini nel dopo partita: "stavolta è merito di Braglia". E anche secondo la nostra analisi è vero questo assunto.

Quella con il Catanzaro è stata la partita perfetta del tecnico, sotto 3 aspetti: approccio, gestione, fame.

Approccio - Mai il Lecce nei primi 20 minuti era stato così veemente, avanti 2-0 e capace di gestire con superiorità disarmante l'avversario, deriso dal palleggio dei giallorossi, anche eccessivo, visto che Braglia ha avuto da ridire sul troppo specchiarsi in sè stesso del Lecce della 1° frazione.

Gestione - L'allenatore toscano è un maestro in questa disciplina: hanno provato, oscuri figuri che si levano da altri punti di osservazione, a seminargli il cammino di sgambetti, inventandosi i casi Beduschi o Camisa, preoccupandosi per lo stato nervoso e mentale di qualche elemento della rosa neanche fossero il Dottor House. Lui è andato avanti, con i "titolarissimi" insidiati qua e là dagli inserimenti mirati di qualche rincalzo di lusso. Lunedì sera ha fatto 3 cambi di formazione, rilanciando dall'inizio Legittimo, Moscardelli e Doumbia: su 3 hanno segnato in 2, cosa chiedere di più...? Vittoria totale, quella del mister.

Fame - Finalmente abbiamo seppellito il Lecce tesoriano-lerdiano che in campo si presentava dall'alto del suo blasone, spocchioso e quasi strafottente, in campo campione solo di spacconate. Ora questa squadra è un po' come la sua società, affamata, sa fare gruppo, affiatata. Non siamo fenomeni per diritto divino, insomma, e neanche perchè siamo i più bravi, i più belli, i più ricchi, i migliori del mondo, del sistema solare o dell'universo. Semplicemente giochiamo cattivi, affamati. Per i vecchi romantici del calcio come noi può bastare.

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