Allenamento

La nostra lettura tattica: il Lecce cambia

Pagliari non è integralista, prova tutto

LECCE - Da un integralista del 4-3-3 a un allenatore che studia diverse soluzioni di gioco, ma con una solo costante, la vicinanza tra i reparti. Chi vi scrive ha visto e vissuto centinaia di allenamenti, in poche altre occasioni aveva visto una così maniacale attenzione per i dettagli e sopratutto per le distanze tra i reparti.

E' questo il vero pallino del trainer di Macerata, con la formazione che deve accompagnare la manovra offensiva e recuperare in copertura muovendosi uniformemente occupando sempre 30 metri di campo, uno spazio in cui è difficile infilarsi, ma in cui per essere efficaci è anche importante avere degli ottimi meccanismi e una eccellente proprietà di palleggio. Ecco spiegato il 4-4-2 che diventa 4-2-3-1 in fase difensiva, un impianto di gioco che permette a Miccoli e compagni di fare densità nella zona nevralgica del campo, laddove proprio nelle ultime giornate si è vista netta ed evidente la difficoltà della squadra allenata da Lerda, che spesso proprio a centrocampo pareva finire anche in inferiorità numerica sugli avversari.

Difficilmente rivedremo lanci lunghi alla ricerca delle punte o continue e sfiancanti sovrapposizioni degli esterni, ma sarà più probabile vedere una continua e costante circolazione della palla, anche per vie orizzontali, alla ricerca dello spazio giusto per servire in profondità o gli attaccanti o i centrocampisti offensivi pronti ad inserirsi.
Chi potrebbe pagare caro questa soluzione potrebbe essere Doumbia, che nei primi allenamenti è stato schierato tra la formazione riserve, mentre discorso potenzialmente opposto vale per Salvi e Papini che invece potrebbero giovare di questa nuova veste e tornare a inserirsi con maggiore frequenza.
Vedremo con attenzione nei prossimi giorni quali saranno gli sviluppi e sopratutto le scelte del nuovo allenatore.

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