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Sentenza Semeraro: la parola ai tifosi

Ecco come la pensa il popolo del web

LECCE - L'ex Presidente giallorosso ha sbagliato, ma è ancora fortissimo il rancore nei confronti delle altre squadre coinvolte nel caos-scommesse, uscite impunite. E' la sintesi del pensiero più ricorrente delle nostre interviste sul web, all'indomani della sentenza-Semeraro.

Umberto Marzano - "La consapevolezza che efettivamente ci sia stato Pierandrea Semeraro a capo della combine sul derby ci riempie di amarezza. E' stato un gesto superficiale, di cui lo stesso Semeraro non ha capito la gravità inaudita, che ha macchiato per sempre l'intera gestione della società da parte della sua famiglia. Ma non dimentichiamo anche gli anni di grande calcio vissuti insieme. Speriamo quei tempi possano tornare".

Cristian Ala - "Nonostante abbiano fatto tanto per il Lecce, la macchia dell'illecito è troppo grande per i Semeraro, ha rappresentato la più grande mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi che si potesse mai fare. Con questa sentenza si è avuta la conferma che Semeraro ha venduto la dignità della società e l'onore della nostra maglia, ma lascia rabbia il fatto che Mauri e Masiello siano ancora in Serie A impunemente".

Luca Delli Noci - "Sinceramente è un film già visto, ma gli organi di giustizia sportiva hanno sempre riconosciuto un tentativo di combine, poi non andato a buon fine. Di fatto la partita secondo me fu regolare. Sono nauseato da questa storia, abbiamo pagato per tutti e questo non è giusto".

Deodato Giovanni Guida - "Provo grande tristezza, ma il Lecce ha pagato molto, troppo. Sono convinto che l'autorete di Masiello fu del tutto involontaria; chiunque abbia giocato a pallone può giungere alle mie conclusioni".

Lino Dimitri - "Nulla di nuovo, come tutti quanti si immaginavano, ma non dimentichiamo di aver visto il grande calcio a Lecce con i Semeraro: la leggerezza folle del figlio non può comunque offuscare un ventennio di gestione onorata e manageriale. Speriamo di tornare su quei livelli dirigenziali, un giorno".

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