FIRENZE - Il Giudice Sportivo della Lega Pro ha acquisito agli atti la memoria difensiva dell'Unione Sportiva Lecce. Nostre fonti federali sono in grado di anticiparci il punto chiave della difesa del Lecce, che sgretola alla base, alle fondamenta, le tesi della Casertana.

E allora vi sveliamo tutto: eccolo (FOTO SOPRA, PAGINA 1, FOTO SOTTO, PAGINA 2) il contratto di assunzione firmato tra il Lecce e Giovanni Fasano il 13 luglio 2015, che fa di Giovanni Fasano un "dipendente e un tesserato dell'Unione Sportiva Lecce" (con tanto di clausola compromissoria firmata, ULTIMA FOTO SOTTO), avente pieno titolo a sedere sulla panchina del Lecce e, ovviamente, nel caso specifico del ricorso ad assumere il ruolo di assistente di parte dell'arbitro. Abbiamo omesso e cancellato in rosso le parti personali del contratto, il trattamento economico e il riferimento contrattuale, per tutelare e garantire la privacy del dipendente del Lecce.

Ecco, appunto, "dipendente del Lecce": una bella figuraccia, per la Casertana. Evidentemente la "talpa" dei "falchetti" (quella denunciata da Braglia in conferenza stampa) era aggiornata alle vecchie modalità contrattuali di collaborazione delle società precedenti all'attuale ed ha malconsigliato la società campana, pensando di mettere i bastoni tra le ruote al Lecce. L'invidia fa fare brutte figure.

Ora il Giudice Sportivo, alla luce dell'articolato ricorso del Lecce (8 pagine, con altre 13 pagine di allegati), dovrebbe chiudere la partita, rispedendo al mittente il ricorso della Casertana, che per le norme federali sarà tenuta anche a pagare le spese di ricorso. Soldi spesi male.