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Il nostro "TOPOLINO" distrutto dal coronavirus. La storia di VASARI: "patteggio la pena, volevo solo salvare un reddito per tutti"

L'ex tornante del Lecce ha scelto la strada processuale da percorrere nella sua triste vicenda economico-finanziaria

PALERMO - Gaetano Vasari ammette le sue colpe, distrutto dalla crisi economica dovuta alla pandemia ha scelto la linea del patteggiamento della pena.

L'ex tornante che ha fatto emozionare i tifosi del Lecce con quella doppietta da batticuore alla Lazio di Crespo che è valsa la permanenza in Serie A nel 2001 all'ultima giornata ha scelto di raccontare tutto ai magistrati che l'hanno arrestato a dicembre per bancarotta fraudolenta.

Con Vasari sono sotto inchiesta le due figlie dell'ex calciatore e il fratello, tutti coinvolti in un crack finanziario da 700mila Euro con cui è affondato il panificio di famiglia dove il “topolino” palermitano (come era soprannominato per le sue movenze sguscianti e per la sua piccola statura) aveva messo tutti i suoi risparmi.

“Gaetano”, ha spiegato il suo legale, “è rimasto travolto dalla crisi economica durante la pandemia ed ha cercato di salvare la solidità economica della famiglia e dell'azienda in cui lavoravano tutti i parenti. Con il suo lavoro si mantenevano tutti, merita un'altra possibilità, non ha commesso reati per far sparire soldi o truffare il Fisco, ma semplicemente per tenere tutto in piedi".

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