
L'EDITORIALE. La salvezza da cercare nella STAGIONE DEGLI IMPROVVISATI: tutti, improvvisati tutti
Un Lecce 80 minuti allo sbando e in balia della Juventus ora si deve concentrare sul finale di stagione
TORINO - Una squadra costruita in maniera improvvisata, da scelte dirigenziali improvvisate, messa in campo in maniera improvvisata, da un allenatore improvvisato.
L'impressione plastica che ha dato Juventus-Lecce è la sintesi di quanto andiamo raccontando noi poveri incompetenti da 5 mesi, inascoltati da chi pieno di boria, arroganza e presunte doti di infallibilità è convinto del contrario: questo Lecce è inadeguato a qualunque latitudine di calcio della Serie A.
Senza anima, senza ardore per 80 minuti inaccettabili, senza la tecnica sufficiente a contrastare chiunque, di gran lunga la squadra più scadente tra le 20 del campionato, il “miracolo” di punti costruito da Gotti e Giampaolo consente almeno di continuare a credere in una salvezza durissima. Sulla carta.
Nella realtà il Lecce si consegna ad ogni 90 minuti dando l'impressione di presentarsi ad un appuntamento col boia, da condannato a morte, senza nessuna possibilità di sopravvivere. Una condizione di cui la squadra è consapevole, costruita al casinò da un DS che ha voluto forzare la mano delle scommesse ovunque, su tutti i fronti.
Uno che negli anni ha sostituito Hjulmand scivolando lentamente da Ramadani arrivando a toccare il fondo con l'imbarazzante Pierret. Uno che ha sostituito Piccoli con…, con? Niente. Con niente. Uno che ha sostituito Dorgu con un artista circense che corre più veloce del pallone. Una comica. Quindi con niente, anche qui. Uno che nel tempo ha avuto Umtiti e Pongracic e si è affidato al ridicolo Jean. Uno che è riuscito a fare male pure passando da Gendrey (non un fulmine di guerra) al calciatore finito Guilbert.
La lista dei peggioramenti del livello della rosa è lunga, anno dopo anno, mossa dopo mossa. E' una involuzione pesante, quando invece anche l'ambizione di una squadra qualunque di un campionato qualunque è quella di strutturarsi, di costruire anno dopo anno un gruppo sempre più forte su fondamenta solide. Un discorso che si estende addirittura sino al settore giovanile, dove l'albergo a ore del Lecce non ospita di certo escort o signorine ammiccanti ma una girandola di 30, 40 giovani calciatori pescati a strascico ogni anno. Gente che va, gente che viene.
Torniamo a noi… Come prendere per capelli un campionato simile, in cui la squadra si è arenata in posizione considerata confortevole per 7 giornate, raccogliendo 1 punto? Affare complicato, anche perché il “sentiment” di questo gruppo è proprio basso, la considerazione minima, l'impressione di presentarsi ad ogni partita davanti al boia, al patibolo, è davvero lampante. Questo Lecce è scadente e sa anche di esserlo, sostanzialmente.
Deve sperare di tirare fuori dal finale di campionato tutto ciò che noi incompetenti non abbiamo intravisto in 32 giornate. La speranza è di sbagliarsi ancora, di festeggiare assieme un'altra salvezza. Sarà durissima.
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