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Lecce, sprofondo rosso: 9 espulsioni

Pesante il bilancio sul piano disciplinare per la formazione giallorossa

LECCE - Con la "strage" di cartellini a Catanzaro, sale a 9 il bilancio delle espulsioni rimediate dal Lecce in questo campionato dagli arbitri della Lega Pro.

Nervi tesi - Un bilancio decisamente pesante, anche perchè in più di una circostanza i cartellini rossi hanno finito per penalizzare le prestazioni ed i risultati. Come è accaduto alla 5° giornata, quando il Lecce è rimasto in 10 nella trasferta in casa del Savoia per il doppio giallo a Salvi nel giro di 2 minuti, proprio nel momento in cui stava producendo il massimo sforzo per cercare il gol del vantaggio. In quella occasione l'inferiorità numerica aveva frenato sensibilmente la formazione giallorossa.

Tracollo Messina - Ancora più pesante l'espulsione di Lopez a Messina. Con il Lecce in vantaggio per 1-0 l'esterno uruguaiano era stato spedito anzitempo sotto la doccia per un rosso diretto. Nel 2° tempo, con il Lecce in 10, la partita ha cambiato completamente volto, con i siciliani capaci di rimontare ed imporsi per 3-1. Anche a Barletta l'espulsione di Sacilotto era stata pagata a caro prezzo. Un Lecce in vantaggio per 1-0, in pieno controllo della gara, si è visto rimontare nel finale (1-1) quando il Barletta ha preso coraggio trovando il pareggio. Sino ai 4 rossi di sabato scorso a Catanzaro (Moscardelli, Lepore, Mannini, Di Chiara), dove pure il Lecce per larghi tratti è stato padrone del campo, nonostante l'inferiorità numerica.

Ininfluenti - In conto ci sono anche le espulsioni per doppio giallo di Donida nella sfida casalinga con il Barletta e di Felipe Gomes nella trasferta di Benevento. In queste 2 occasioni i cartellini rossi non hanno influito sul risultato, anche perchè arrivati nel finale o nel recupero.

Atteggiamento arbitrale - In qualcuna di queste occasioni l'arbitro ci è andato con la mano pesante, ma più spesso ci sono state precise responsabilità da parte dei calciatori giallorossi, che hanno compromesso situazioni favorevoli per leggerezza o eccessiva irruenza. Altre volte, come a Catanzaro, l'estremizzazione dell'applicazione del regolamento (che punisce in maniera netta il gioco violento) ha indotto il fischietto piemontese ad applicarlo sin troppo alla lettera, forse forzando la mano sulla effettiva entità dei contatti.

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