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Trasferta vietata: la Lega Pro scende in campo e difende il Lecce

Ecco il comunicato dei vertici della Lega con cui si stigmatizza il divieto alla trasferta per i tifosi del Lecce

FIRENZE - Anche la Lega Pro è "scesa in campo" con il Lecce, per stigmatizzare il divieto di trasferta imposto alla tifoseria giallorossa dal GOS della Questura di Bari in vista di Fidelis Andria-Lecce di domani pomeriggio.

Il Lecce, intanto, con una nota ha voluto evidenziare come si sia adoperato "al fine di giungere ad una diversa soluzione, per scongiurare un profondo danno, che colpisce prima di tutto i tifosi, ma anche la squadra e la società. E' nostro rammarico sottolineare che, sebbene sia stato profuso il massimo sforzo, accordando incondizionata disponibilità a collaborare con l'autorità preposta e la società andriese per garantire le necessarie condizioni di sicurezza, tutto questo sia stato ritenuto insufficiente a scongiurare l'adozione di un provvedimento così drastico e oltremodo afflittivo dei diritti riconosciuti ai tesserati".

Ma anche la Lega Pro, come detto, ha condiviso l'amarezza del Lecce, con questo comunicato: "la Lega Pro ritiene sbagliata la decisione di negare ai tifosi del Lecce la trasferta ad Andria. Le motivazioni andrebbero ricercate negli incidenti che si sono verificati nel passato campionato ed anche alla contemporaneità di Bari-Avellino (Serie B). La Lega Pro non si trova d'accordo con la decisione presa: per i fatti di 1 anno fa i violenti sono stati sanciti e puniti, da 1 anno, poi, i tifosi del Lecce hanno avuto solo atteggiamenti positivi. Meritavano di andare a Andria, proprio nell'ottica di collaborazione tra istituzioni. Aver negato la trasferta dà un colpo al processo educativo e consente ai violenti di provare a tornare protagonisti".

Lo stesso Presidente della Lega Pro Gabriele Gravina ha espresso in una nota la sua vicinanza "ai tifosi del Lecce. Il provvedimento può essere un boomerang, diventare un segnale negativo verso coloro che hanno compiuto delle tappe all'insegna della correttezza e dell'impegno. Stiamo lavorando per riportare le famiglie negli stadi, ma provvedimenti simili contribuiscono a rendere sempre più luoghi isolati i nostri impianti e ad allontanare la passione dei tifosi".

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