CERVELLI IN FUGA A COSENZA: ecco un RIPASSO DI REGOLAMENTO sul rigore su Mancosu. E sul fuorigioco dell'andata...
L'approfondimento sull'episodio arbitrale che ha condizionato e deciso Lecce-Cosenza
LECCE - Un gran baccano.
A Cosenza viaggiano da un social all'altro e da una testata all'altra (sic!) strane convinzioni e ricostruzioni sulla dinamica fallosa che ha indotto l'arbitro Giua di Olbia a punire con il calcio di rigore l'intervento di Sciaudone ai danni di Mancosu al 75' di Lecce-Cosenza.
Intervento “negligente”, così come è definito e classificato dal regolamento. Non basta prendere il pallone per poter uscire dalla casistica fallosa, oramai lo sanno pure i muri.
Spiegatelo a Cosenza che in avvio di gara è da cartellino giallo (giusto!) l'intervento di Hjulmand che a centrocampo in maniera “negligente” appunto entra a tutta forza su un avversario, in maniera troppo agonistica, trascinando via tutto, pallone e avversario. Non basta colpire il pallone perchè non sia fallo.
Spiegatelo a Cosenza, dunque, che Sciaudone, posturalmente già in posizione di ritardo rispetto a Mancosu che è davanti palla al piede, “lanciandosi” a corpo morto in chiusura si assume il rischio di una entrata “negligente”, mostra ossia (regolamento alla mano) “una mancanza di attenzione o considerazione degli effetti di un contrasto senza precauzione". Entra e prende tutto, travolge. Prendere il pallone non è un tana libera tutti, è solo l'effetto di una giocata fallosa, negligente.
C'è un elemento in più (FOTO SOPRA): Sciaudone nel suo impatto colpisce Mancosu prima al polpaccio, poi a tutto il resto. Non c'è dubbio: è calcio di rigore.
Come non c'era nessun dubbio al 56' della gara d'andata, quando da un tiro di Bittante respinto da Gabriel nasce il pari di Gliozzi per l'1-1 finale. In fuorigioco. Amen.
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