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RINASCITA REBIC per far sognare il Lecce: quei guai enormi alla schiena da mettere alle spalle per tornare "TOP PLAYER" ASSOLUTO

La scheda del croato: l'ultima "corvinata" di una lunga serie

LECCE - Classe 1993, talento vero, esterno offensivo sinistro di nascita, poi 2° punta, punta centrale quando serve, ambidestro, forte fisicamente, veloce nello spazio, aggressivo, anche troppo a volte.

Ante Rebic è il “colpo” alla Umtiti dell'estate del Lecce, è l'assoluto “top player” della rosa: la sua carriera parla da sola.

Gli inizi nel calcio professionistico allo Spalato, il club della sua città, la vendita alla Fiorentina di Corvino da giovanissimo, a quasi 5 milioni di Euro: entra, segna, i difensori del Chievo Verona gli massacrano la caviglia. 3 mesi fermo.

Passa al Lipsia, litiga con mezzo mondo ma soprattutto con il tecnico Beierlorzer che alla fine lo fa pure giocare, non può fare a meno del suo talento: si rompe di nuovo, un brutto strappo al fascio muscolare.

Sembra la fine, sembra un talento perduto irrimediabilmente, gioca poco, torna a Firenze, a Verona, poi decide di ricostruirsi una carriera ripartendo dall'Eintracht Francoforte, 78 presenze e 17 reti. Vince la Coppa di Germania da protagonista.

Gli vale la chiamata del grande calcio, di nuovo, e si consacra al Milan dove in 4 anni raccoglie 100 presenze con 27 reti, risultando fondamentale anche nell'anno del ritorno allo Scudetto dei rossoneri.

Poi il “male oscuro”, lo chiamano i tifosi del Milan: apparentemente tutto fila liscio, ma i dolori alla schiena sono tremendi. Lascia il Milan, va in Turchia al Besiktas dove gioca poco, solo mezzo campionato e si ferma definitivamente, troppo dolore: è ernia del disco.

150 giorni dopo il Lecce. Per rinascere.

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