Inaccettabile VICEDOMINI: insulti e minacce all'arbitro su Facebook
L'episodio ieri al termine di Bisceglie-Nardò (Serie D)
NARDO' - Partiamo da una premessa doverosa per inquadare la questione: Carlo Vicedomini, ex capitano del Lecce Primavera dei record, quello degli scudetti e delle coppe vinte a ripetizione, è un ragazzo eccezionale, la sua storia umana prima ancora che di calcio è straordinariamente toccante. Carlo è un ragazzo che ha vinto una malattia gravissima, piombata sulla sua testa proprio quando era lanciato nel grande calcio (era capitano del Lecce Primavera di Vucinic, Pellè e Ledesma, per capirci...): al calcio è rimasto aggrappato ripartendo da casa, da Nardò (Serie D), a 30 chilometri appena da Lecce. Capitano e trascinatore. Anche per questo con più responsabilità di chiunque. Soprattutto morali, aggiungiamo noi.
E' dunque inaccettabile che abbia perso la testa: Vicedomini, infatti, alla fine del derby di Serie D Bisceglie-Nardò non ha avuto di meglio da fare che vomitare insulti ai danni dell'arbitro Simone Degli Esposti della Sezione di Bologna. La carrellata di parole al veleno, condite da minacce all'ultimo rigo, la leggete sopra e sotto: "sappi che il calcio prima o poi finisce e poi vedremo se sarai leone anche nella vita..., ma dubito".
Un assist a porta vuota per la violenza verbale dei tifosi di Vicedomini e del Nardò, che a centinaia hanno invaso il suo post di commenti di minacce e insulti alla classe arbitrale. Un suicidio per Vicedomini, che si è esposto facilmente ad ogni genere di provvedimento disciplinare (e non solo, se Degli Esposti vorrà dedicarsi a lui...). Un capitano può arrivare a questo? A aizzare gli istinti più bassi, ad auto-assolversi da un'espulsione ricevuta rilanciando a mezzo social una valanga di improperi contro un altro tesserato? E già, forse Vicedomini preso dalla furia-social si sarà dimenticato che come lui anche Degli Esposti è sotto il suo stesso cielo, quello della FIGC e della Procura Federale.
Chi gli vuol bene e chi vuol bene alla sua straordinaria storia di calcio e di vita non può far altro che consigliargli di fare come fece Stefano Salvi qualche mese fa, quando il centrocampista del Lecce disconobbe la proprietà del suo profilo Facebook e disse che non c'entrava nulla con un altro post di insulti e violenze verbali varie: una bugia e l'ammissione di aver fatto una cazzata grossa (chiamiamo le cose con il loro nome) a volte può salvare da lunghe squalifiche. Sicuramente un uomo vero come Vicedomini, sbollita la rabbia, saprà tornare alla ragione. Da lui, purtroppo, è venuto un esempio assai censurabile e vergognoso per tutte le giovani generazioni di tifosi che lo leggono. Faccia un passo indietro, ha le qualità morali per farlo.
Intelligentemente, già la società neretina con una nota assai ragionevole esprime "perplessità sull'effettiva riconducibilità al suo intestatario del profilo e del contenuto di esso".
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