Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio
Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere
LECCE - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da prendere non troppo sul serio…, mi raccomando!
FALCONE - Oramai odora di santità, come le reliquie di Santa Rita da Cascia. Manca soltanto che si metta a promettere milioni di posti di lavoro e meno tasse per tutti. La gente di Lecce gli crederebbe sicuro. Candidato Sindaco vincente. Migliore in campo in un contesto di modestia e squallore. VOTO 8.
GENDREY - Un po' di luce dopo tanta nebbia. Tra i pochi a salvarsi tiene la barra dritta a destra, dove non c'è trippa per i gatti empolesi. VOTO 6.5.
BASCHIROTTO - Duelli singoli ne vince tanti, ma balla la “samba” troppo spesso. Si aiuta con la tempra, i muscoli e il carattere. Pasta del capitano. VOTO 6.
PONGRACIC - Muraglia invalicabile, mette in fila un'altra partita sontuosa. In un paio di occasioni va a rimediare ai guai degli altri rifugiandosi poi in bestemmie croate e tedesche. Pilastro, ma non di religiosità. VOTO 7.
DORGU - Com'era la storia? 5 milioni dal Liverpool? Beh… Partita impresentabile, Cambiaghi e non Garrincha lo prende per il culo sino a ché sta in campo, poi lascia che prenda per il culo Gallo, con lo stesso risultato. VOTO 4.
GALLO - Una, due chiusure meglio del compagno, poi Cambiaghi torna a mettergli la freccia, sino al gol che nasce da una sua pressione alta, inutile, frenetica e dannosa. VOTO 4.
RAMADANI - Strane congetture ci vengono in mente sulla sua prestazione, la seconda di fila da lasciarci a bocca aperta in negativo. E se avesse concentrato la sua preparazione per “sparare” molto in avvio di stagione, portare l'Albania all'Europeo (per carità non stiamo dicendo che non abbia dato tanto al Lecce, eh!) e poi riprendere fiato in una fase della stagione meno densa di impegni per i calciatori internazionali come lui? E' solo un'ipotesi perché davvero non sappiamo cosa dire: involuto e confusionario, la sua partita è da buttare. Così è meglio lasciarlo in panchina per altre soluzioni. VOTO 4.
KABA - Entra per un paio di duelli di testa persi e una buona sgroppata che anestetizza l'Empoli con un fischio a favore del Lecce. S.V.
GONZALEZ - Non crede ai suoi occhi: di solito passa per indolente, poco incline al sacrificio e robe simili, invece è in una fase in cui deve cantare e portare la croce pure per Ramadani che passeggia per il campo. E lui risponde presente, con un'altra prestazione di sostanza. Recuperato in pieno. VOTO 6.5.
BLIN - In tempi di nuova emergenza coronavirus verrebbe da pensare che “gira” qualcosa di contagioso nello spogliatoio del Lecce, perché se si mette a entrare pure lui a fare solo casino stiamo messi proprio male. VOTO 4.
SANSONE - D'Aversa con atto di solidarietà ecumenico lo tiene in campo tutta una partita, creando il 4° mistero di Fatima. Assente. Non pervenuto: 97 minuti di partita senza farne una buona. Era complicato, ma ci è riuscito. VOTO 4.
OUDIN - Il suo calcio in ciabatte va in scena anche a Empoli, dove può sguazzare nei ritmi da oratorio parrocchiale di due squadre che danno vita ad una onesta partita di Serie D molisana (neppure di Serie D campana o siciliana, che valgono già ambientazioni agonistiche da Serie C). Così, ogni tanto, infila qualche pallone con il sinistro, pure interessante perché il piedino non gli manca. VOTO 5.
RAFIA - Sottratto mezz'ora a una giornata da manovale in qualche cantiere. Impresentabile. VOTO 4.
BANDA - Croce e delizia. La differenza sottile tra non reggersi neppure in piedi e ubriacare anche sé stesso e saltare tutti, tra concludere senza senso e concludere in porta per il vantaggio del Lecce è davvero sottilissima. VOTO 6.5.
PICCOLI - Ci mette fisico, sponde, sportellate, un buon 1° tempo in cui è servito poco ma si mette in luce (D'Aversa negli spogliatoi racconterà anche che non è vero che sia stato servito poco…). VOTO 6.
KRSTOVIC - Entra e degno del suo cognome fa nominare parecchi santi ai 603 del settore Ospiti, non imbroccandone una neppure per scommessa. VOTO 5.
D'AVERSA - Preoccupanti segnali di sfaldamento. Le crepe sono visibili, il gioco è assente, la prestazione è da compitino di scuola elementare. Rispetto al Lecce di Baroni, al netto del saldo dei punti in classifica che ancora sorride al nuovo tecnico del Lecce e speriamo lo continuerà a fare, il suo Lecce ha solo certezze negative: non segna neppure con le forze armate e in ogni occasione può prendere gol, anche in quella più banale. Non parliamo poi della gestione difensiva dei calci piazzati, perché alla 15° di campionato si può parlarne anche con aggettivi precisi: ridicola. I cambi non gli danno niente, in più firma personalmente il piccolo primato di questa gara disgraziata: uno dei pochi giocatori di calcio presenti nello stadio tra calciatori e spettatori resta tutta la partita in panchina a raccogliere margherite. Al suo posto il buon D'Aversa gli preferisce muratori, carpentieri, pittori, qualunque calzolaio passato da lì. Non è il D'Aversa a cui ci eravamo abituati. Mister, lo ha visto il finale di gara del Cagliari di Ranieri con il 3-2-5? Contemporaneamente con Mancosu e Viola a protezione (si fa per dire, viste le caratteristiche offensive dei due…) di Petagna, Lapadula, Shomurodov, Luvumbo e Pavoletti. Sì, ha letto bene, mister: tutti insieme contemporaneamente. VOTO 4.
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