SOCIETA'-ULTRAS. LOTITO: "mi si presentò davanti 'Diabolik'. Gli dissi che ero l'Ispettore Ginko"
"Meglio sotto scorta e insultato che a rapporto da questi": così Lotito a cuore aperto sul caso della settimana
ROMA - “Quando ho incontrato una volta per strada l'ultras Fabrizio Piscitelli mi si palesò davanti presentandosi: ‘buonasera preside’, io sono Diabolik’, mi disse. Io gli risposi ‘sì, buonasera, e io sono l’Ispettore Ginko’. E' stata l'unica relazione, casuale, che nella mia vita ho avuto con gli ultras della Lazio. ‘Io sto dalla parte della guardie’, gli dissi, ‘è inutile che ci parliamo’”.
Con queste parole il Presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto sul tema “caldo” di questi giorni, ossia i riflessi dell'inchiesta di Milano sui rapporti curve-società nel mondo del calcio.
“Giro sotto scorta da anni, sono sfuggito alle bombe-carta, convivo con 7, 8 minacce telefoniche al giorno, mio figlio lo minacciano e insultano ovunque vada, ma ho fatto una scelta: queste persone non vanno legittimate, devono stare fuori dal mondo del calcio”.
“Una volta davanti al Cinema Adriano, in Piazza Cavour, mi si presentarono di fronte 4 ragazzotti, mi venne incontro un tale dicendomi ‘buonasera preside’, io sono Diabolik’. Mi venne naturale dirgli che se lui era ‘Diabolik’ io ero l'Ispettore Ginko, senza dubbi. Lui ci rimase molto male, era molto serio, mi chiese se stessi scherzando e mi rendessi conto, io tagliai corto dicendogli che io sono dalla parte delle ‘guardie’, come le chiamano loro. Era inutile che continuassimo a relazionarci”.
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