B FEMMINILE. L'intervista a mister INDINO: "sacrifici da professionisti, ma abbandonati da tutti"
Il punto durante la sosta di campionato sull'attività della Salento Women Soccer
LECCE - Vera Indino è stata giocatrice sul campo, oggi è allenatrice della sua squadra, la Salento Women Soccer, alla guida di quel progetto di sport ed educazione che da anni porta avanti, il suo orgoglio oltre alla sua famiglia. Sì, perchè Vera è anche una mamma.
La sua squadra è quest'anno al 4° posto in Serie B, ma in sè resta forte la rabbia e la delusione di non poter vivere pienamente la sua passione, mentre un uomo con le stesse esperienze e partecipazioni a campionati nazionali può certamente farlo. Ecco la sua intervista.
Dimenticati - "Come è visto il calcio femminile? Semplicemente non è visto, siamo dimenticati da privati e istituzioni che ci mettono all'ultimo posto. L'approccio a questo sport è anche complicato, siamo una delle poche società specializzate nel settore e avviciniamo più ragazze possibile, ma nessuno investe su di noi. Un ragazzo può giocare a calcio nella propria città, anche in età adolescenziale, mentre una ragazza no, deve per forza allontanarsi da casa o fare sacrifici enormi".
Non siamo dilettanti - "Insomma: facciamo vita da professioniste, per lo Stato siamo dilettanti e le amministrazioni pubbliche inesistenti. Eppure giochiamo in Serie B. In Italia lo status di sportivo professionista viene concesso solo agli uomini e in alcuni sport (calcio, basket, pugilato, golf, ciclismo e motociclismo). E sono dilettanti atlete super-medagliate come la Pellegrini o la Vezzali. E' una ingiustizia. Una calciatrice che gioca in Champions, per esempio, ha zero tutele, assicurazioni minime, nessuna copertura in maternità. Noi facciamo parte della Lega Dilettanti e come tali siamo trattate, anche se disputiamo un campionato che nella nostra scala dei valori è superiore a quello in cui è impegnato il Lecce, che gioca in Lega Pro, speriamo per altri pochi mesi".
Divari e politica - "A Lecce negli ultimi anni si è lavorato poco e niente sulle politiche sportive, mi auguro che la prossima amministrazione possa colmare questo gap, come successo a Bari, ad esempio, dove sono state sviluppate progettualità sportive di alto livello. Lo sport non può essere solo lo sforzo di un club, abbiamo bisogno di un'Amministrazione Comunale che creda in un progetto di formazione che passi attraverso lo sport. Meritiamo più attenzione".
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