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GUILBERT A UN PODCAST FRANCESE: "ci alleniamo su un terreno di merda, in un albergo. La società sta lavorando alla crescita sulle strutture"

Le parole del terzino transalpino ad "After Italie", un podcast di informazione francese

PARIGI - Ai francesi di “After Italie” ha parlato in questi giorni Frederic Guilbert, l'esperto terzino destro del Lecce arrivato a inizio stagione per rimpiazzare la partenza di un altro francese, Gendrey.

Una intervista abbastanza fuori dai denti e ricca di contenuti, senza peli sulla lingua, in cui Guilbert ha rilanciato numerosi temi. Ecco tutti i suoi pensieri sulla sua esperienza italiana.

Atmosfera “calda” - “Sì, è vero: a Lecce si respira una bella atmosfera in casa e fuori, dove i tifosi sono sempre molto vicini alla squadra. E' un po' un peccato che in Italia ci siano tanti stadi con la pista d'atletica, rispetto alle atmosfere francesi, inglesi, dove giochi con la gente incollata al terreno di gioco, ma comunque resta una bella atmosfera”.

L'obiettivo salvezza - “E' l'ambizione del club, ma penso che nonostante tutto ci sia lo spazio per fare ancora meglio. Abbiamo concesso pareggi o perso nei finali di gara, dove con un po' di esperienza potevamo fare dei punti in più”.

Già 2 espulsioni - “E' vero, ne ho preso uno giusto e un altro dove ho cercato di difendere la porta da un gol sicuro, è un dato questo su cui devo lavorare, togliendo ulteriore emotività alle scelte”.

Tecnici a confronto - “Con Giampaolo c'è molta più videoanalisi, ci sono idee diverse rispetto a Gotti con cui di fatto facevo il laterale a tutta fascia. Con Giampaolo ho i 3 davanti dove c'è un laterale offensivo vero e proprio a cui lasciamo il possesso finale delle azioni”.

Trasmettere esperienza - “E' importante farlo, ai compagni ma anche allo staff, al club, avendo vissuto in situazioni come Aston Villa, Strasburgo dove strutture, servizi sono il valore aggiunto. Sono uno che non ha peli sulla lingua se qualche volta devo dire a qualcuno che ci alleniamo su un terreno di merda non ho problemi a dirlo. Quando sei in A devi avere dei requisiti degni della A, non di un club di 4° divisione. Il nostro è un club che sta cercando in tutti i modi di metterci nelle migliori condizioni per esprimerci, ma allo stato attuale è anche vero che ci alleniamo in un albergo”.

Colonia francese o almeno francofona - “Non conoscevo proprio Jean e Pierret, conoscevo invece poco Kaba che pur non essendo francese comunque avevo avuto da avversario 1 volta. Conoscevo bene soltanto Oudin, gli altri non li conoscevo affatto. E' buono per noi francesi essere in tanti, darci supporto”.

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