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L'intervista sotto l'ombrellone: SEBASTIANO SIVIGLIA

Continua il nostro viaggio tra gli ex che hanno lasciato il segno

ROMA - Per una sola stagione (2003-2004) ha vestito la maglia giallorossa, eppure ha lasciato un segno importante in un Lecce che anche lungo la linea difensiva ha costruito una salvezza eccezionale in Serie A. Disciplinato, attento, puntuale, lungo la sua zona erano problemi per tutti. Parliamo di Sebastiano Siviglia, che oggi fa l'allenatore dei Giovanissimi Nazionali della Lazio, e che prima e dopo quelle 31 presenze nel Lecce di Delio Rossi si è tolto lo sfizio di vincere una Coppa delle Coppe a Parma, la Coppa Italia e la SuperCoppa Italiana con la Lazio e la SuperCoppa Italiana con la Roma. Una bacheca da grande calciatore, che in tanti possono invidiare.

Ricordi giallorossi - "Sono ricordi importanti di un anno fantastico, a cui è legato anche il mio futuro di uomo, perchè a Lecce ho conosciuto anche la mia compagna. Sono andato via dal Salento a malincuore e con il cuore pieno di soddisfazioni. La mia carriera è ripartita, dopo tanta panchina alla Roma e all'Atalanta. Mi sono imposto così bene da poter riprendere il discorso col grande calcio e vincere tanto, con la Lazio soprattutto. Che ricordi quel girone di ritorno con 33 punti. Era una squadra ricca di giovani di talento, ma l'arrivo di Sicignano, Bolano e Franceschini ci fece fare il salto di qualità".

La partita - "Non dimentico quella di Reggio Calabria, l'ultima d'andata. Fu la svolta (VIDEO SOTTO). Ma anche la vittoria con la Juventus, storica, a seguito della quale il Presidente Rico Semeraro ci regalò una medaglietta con un diamantino al centro, un regalo celebrativo di quella vittoria. Ne facemmo 5 di fila fuori casa, roba da alta classifica".

Compagni - "Chi ricordo con stupore è Bolano: aveva una struttura minuta, non sembrava neanche un calciatore, ma aveva una determinazione da rotwailler, non ti lasciava in pace, non ti dava tregua. Neanche lo conoscevo quando arrivò, fu una sorpresa assoluta".

Il maestro - "Delio Rossi non è stato un semplice allenatore, ma una guida. Era sereno, ma duro quando serviva. Puntiglioso nei dettagli, conosceva tattica e schemi in maniera incredibile. Un insegnante di calcio, praticamente, che poi ci metteva la faccia difendendo sempre la squadra in ogni luogo. Un uomo di spessore".

Carriera - "Dopo aver lasciato il calcio ho allenato il Monterotondo, la Primavera della Nocerina, ora la Lazio, prima ai Giovanissimi Regionali, ora a quelli Nazionali. Lo faccio con entusiasmo".

Lecce città - "Ogni tanto qualcuno mi incontra per strada, sono ancora spesso qui per via della mia compagna di vita. Quasi tutte le festività del calendario sono a Lecce. Amo questa terra per la sua natura, per lo stile di vita diverso da Roma che è una metropoli impazzita. Qui si vive bene, siete da invidiare".

PUNTATE PRECEDENTI (CLICCA SUL NOME PER LEGGERE L'INTERVISTA):

1 - Serse Cosmi.

2 - Alain Baclet.

3 - William Viali.

4 - Alberto Savino.

5 - Carlo Vicedomini.

6 - Eugenio Fascetti.

7 - Francesco Palmieri.

8 - Fabrizio Lorieri.

9 - Lorenzo Stovini.

10 - Carlo Mazzone.

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