Editoriali

La Waterloo di Tesoro: via a testa bassa, Lecce non rimpiangerà

200 anni dopo un altro Napoleone crolla il 18 giugno

ROMA - 200 anni dopo un altro Napoleone Bonaparte crolla a Waterloo e si consegna al suo dimenticatoio. Che strana coincidenza.

Noi non vogliamo che questo ricorso storico sia casuale e dunque vi raccontiamo un pò dei nostri "segreti", anche circa le nostre vicende legate a questo Impero al tramonto della sconfitta proprio in un 18 giugno, come Napoleone.

Iniziamo dai sillogismi con la storia: anche questo Napoleone moderno lascia sollevando tanta polvere alle sue spalle, con dietro un ambiente dilaniato dagli editti imperiali, dai "dividi et impera", dai "dividili tutti e governali", "o con me o contro".

Lascia senza rimpianti, senza una voce che si alzi flebile dal web per gridare "Viva il Re". Niente. Mestamente, a testa bassa, la famiglia lascia Versailes nella mestizia: Lecce non rimpiangerà.

E' però un giorno di smarrimento per schiere di fedelissimi che masticano amaro: finisce soprattutto il circo della commistione tra ambienti presuntamente al di sopra delle parti e chi ha guidato il Lecce sino ad oggi in questa esaltante cavalcata di 3 fallimenti sportivi di fila impreziositi dalla ciliegina di un 6° posto in Lega Pro, statistiche alla mano il punto più basso della storia da 48 anni a questa parte (è un dato oggettivo, le classifiche non si interpretano...).

Finisce l'inguardabile spettacolo di blogger o forumisti pronti a difendere l'indifendibile. Non li si può neanche definire giornalisti, alcuni imbrattatori di muri virtuali, non sono stati neanche riconosciuti ed accettati all'albo professionale, pensate, non li vogliono da nessuna parte (L'ALBO DEI GIORNALISTI, CONSULTALO PER CURIOSITA' CLICCANDO QUI): hanno trovato giusto a Lecce il terreno fertile per farsi passare per liberi pensatori di scuola illuminista. Ma la rete è bella, fa venire fuori tanti millantatori, i lettori la sfruttino meglio. Si informino sui legami che intrecciano certi personaggi della città.

Per quanto ci riguarda il nostro Napoleone lascia con "3 fiaschi in campionato" (bellissima citazione da Eugenio Fascetti, che abbiamo intervistato per il trentennale dalla promozione in A) e 3 querele dimenticate per strada: già, ben 3 volte l'ufficio legale del Lecce si è scomodato per diffidarci, con fiumi di parole, 4-5 pagine di anatemi, indicando tempi perentori per "fare i buoni" e preannunciando future querele. Lettere anche simpatiche, fantasiose, con dotte lezioni di etica copiate-incollate da Wikipedia, tesi filosofiche da Ginnasio di basso livello e una spruzzatina di tecnica di giornalismo da farci imparare. Una al mese, dal novembre 2014 in poi. Querele effettive? Zero. Nessuna. In Piazza Mazzini saranno finiti anche i moduli per le raccomandate, o peggio ci si è resi conto (funziona così) che quando c'è da querelare qualcuno la legge consiglia di avere un supporto probabotorio così ampio e oggettivo da escludere che la controparte poi ti contro-denunci per calunnia... Meglio evitare, avranno pensato.

Velo pietoso, poi, sull'editto censorio che ha impedito il nostro ingresso al "Via del Mare" alle conferenze stampa del Lecce per aver detto che Miccoli non era contento di quanto fosse scarsamente utilizzato. Mesi dopo si è rivelato tutto vero (tra l'altro con una conferenza stampa avallata dalla società, un vero colpo di genio, non c'è che dire...). Magra soddisfazione, visto che nel frattempo dire l'ennesima verità con mesi di anticipo ci è costato la "cacciata".

Abbiamo resistito, ingrossando le fila dei nostri lettori e aspettando tempi migliori: la "Liberazione d'Italia" sarebbe arrivata anche per noi. "Noi resteremo", andavamo dicendoci; "loro sono di passaggio". E' andata così.

Ci hanno fatto forza in tanti, ci hanno spronato a continuare, a continuare, a continuare.

Qualche lettore, scrivendoci in privato o alla posta elettronica del sito, lusingandoci di complimenti non ha mancato di sottolineare nel tempo come SoloLecce.it si sia inserita nel mondo del giornalismo locale "stile" Il Fatto Quotidiano in quello nazionale nel suo rapporto con Silvio Berlusconi, di muro contro muro sì, ma anche di autorevole interlocutore, di prezioso baluardo della democrazia e della legalità contro la dittatura del pensiero omologato, delle notizie non dette, celate o peggio travisate. Se siamo arrivati all'incredibile numero di 10mila lettori al giorno in 8 mesi di vita, del resto, non sono tutti matti. Siamo un "caso" editoriale pure noi e lo sanno tutti: nessuno ha fatto tanto nella rete quanto noi in meno mesi di una gravidanza.

Non l'ha capito solo Napoleone, peccato, consigliato dai suoi fedelissimi a marciare dritto tenendoci in disparte. Altri, imbonitori, venditori di pentole e presunti informatori hanno fatto di tutto per salvare i loro orticelli on-line e gettare discredito quotidiano con fitte relazioni al patron sui nostri scritti. E' andata male. Pazienza.

Ah..., dimenticavamo: non sappiamo se Il Fatto Quotidiano riuscirà a liberarsi negli stessi tempi dell'ex Premier... In bocca al lupo.

Commenti

Ciro e Michele, per noi sono ancora vivi
Combine Taranto-Matera: -4 ai lucani in classifica