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Curva senza colore: verità scomode, e-mail e striscioni

SoloLecce soltanto in campo da un mese sulla vicenda

LECCE - Dunque non siamo soli. Fa piacere. Evidentemente non siamo neanche matti.

Il 24 febbraio ci eravamo schierati col tifo (CLICCA QUI, LA VERA VERGOGNA: I DIVIETI ALLE BANDIERINE IN CURVA): evidente la discriminazione, troppo forte la persecuzione, in un certo modo anche fastidiosa, irritante per il buon senso e la logica. Nessuna legge di buon senso può vietare a un bambino o un ragazzo di portare un drappo giallorosso allo stadio. E per questo ci siamo indignati. E soprattutto volevamo sapere dove stava la verità, quanto fossero realmente pericolosi gli oggetti sequestrati o quanto fosse eccessiva la misura dello stesso. Insomma, un pò di sano giornalismo.

La Nord ha evidentemente compreso la stessa sollecitazione, con lo striscione esposto ieri lungamente in Curva, uno striscione che è un messaggio che deve far riflettere: "a Lecce più facile entrare in banca con una pistola che al Via del Mare con una bandiera. DIGOS vergogna". Ovviamente l'ultimissima affermazione non è affatto allineata al nostro pensiero (gli agenti eseguono domenicalmente i compiti per cui ricevono degli ordini, lo fanno con scrupolo, coscienza, senso delle regole e dello Stato).

E pensare che noi (che approfondiamo sempre...) dopo Lecce - Messina a fari spenti abbiamo chiesto un'intervista al Questore o a qualcuno di responsabilità, appunto, per avere qualche spiegazione su ciò che era successo. Lapidaria la risposta, la mettiamo qui sotto per farvela vedere: leggendola qualcuno rimasto col dubbio potrà capire come le campagne che lanciamo (no alla violenza negli stadi, agli arbitri, decoro e pulizia del "Via del Mare", ecc.), non siano un modo per ingraziarci la Curva o nessuno. Ma solo un modo per fare buon giornalismo e LANCIARE TEMI VIVI in questa città. Continueremo su questa strada.

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