Ricapitalizzazione? Sì, COI SOLDI DEL "MONOPOLI". Bari nell'abisso, lunedì il fallimento
Ecco le ultime sulle drammatiche vicende estive dei baresi, sempre più incerti di tornare al derby con il Lecce
BARI - Fumata nera, nerissima.
Il Consiglio di Amministrazione del Bari ha rifiutato la proposta di ricapitalizzazione della società per 4,5 milioni di Euro avanzata dal socio di maggioranza e Presidente Cosmo Antonio Giancaspro, che si è presentato alla convocazione con un paio di crediti aziendali che vanta presso terzi, per complessivi 3 milioni di Euro, con la speranza di cederli alla società calcistica.
Un'operazione che il Consiglio di Amministrazione ha rigettato: servono i contanti, ci vuole il cash per ricapitalizzare il Bari.
Una mossa disperata, quella di Giancaspro, che ha messo a nudo la sua incapacità di rispettare gli impegni economici con il Bari, in questo momento abbandonato al suo destino anche dal socio di minoranza Gianluca Paparesta che in un lunghissimo post su Facebook ha preannunciato che non eserciterà eventuali prelazioni sulle quote lasciate da Giancaspro per "scalare" nuovamente la società.
Serve solo un miracolo, quindi, e in queste ore convulse sta cercando di farlo il Sindaco Antonio Decaro, mettendo insieme una diligence di imprenditori locali in grado soltanto di salvare il Bari dalle scadenze e iscriverlo al campionato per poi venderlo con un advisor.
Entro lunedì il Bari dovrà essere iscritto al campionato, anche solo con riserva, altrimenti dovrà ripartire dai dilettanti mentre il titolo sportivo finirà all'asta fallimentare, la seconda in pochi anni.
Anche in caso di iscrizione in extremis i punti di penalizzazione per scadenze non rispettate e termini perentori inevasi saranno comunque dai 6 ai 10.
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