
CORVINO SENZA FRENI: "salvezza cammino di rincorsa dopo le 12 giornate di Gotti. Rebic? Ci ha dato 1 punto"
Le parole del DS del Lecce Corvino in questo 2° spazio dedicato alla sua intervista
LECCE - Nel cuore di questa settimana che è una marcia di avvicinamento alla difficile sfida interna con la Roma del “Via del Mare” di sabato alle 20.45 continuano ad aprire uno squarcio di dibattito importante le frasi di queste ore del DS del Lecce Pantaleo Corvino.
Ecco tutti i temi trattati dall'uomo-mercato giallorosso.
Rapporto complicato con le domande “scomode”? - “Veramente mi danno fastidio solo quando vengono poste senza tenere conto del fatto che l'essere in A per il 3° anno di fila è una eccezionalità. Quando le cose vengono chieste come se tutto sia scontato è un presupposto che non mi piace”.
Il cammino - “Un campionato di 28 partite in A sappiamo quanto sia difficile e quante insidie si porti dietro. E' difficile anche per chi deve vincere o ambire a piazzamenti importanti. Ed è anche difficile fare gol. Noi siamo ripartiti con Giampaolo dopo un inizio che non rispondeva alle aspettative. Abbiamo fatto con lui 16 punti in 17 partite, realizzando 16 reti e tenendo una differenza reti abbastanza nella media di chi deve salvarsi”.
Salvezza - “E' un cammino di rincorsa, quindi, le prime 12 partite l'abbiamo fatte sotto queste medie. Al di là dei risultati c'erano tante cose che non andavano bene, troppi giocatori che non venivano sfruttati. Complessivamente il Lecce è salvo da 150 giornate, ci manca l'ultima curva per chiudere anche questa stagione allo stesso modo”.
Manca qualcosa in attacco? - “Cosa ci manca? Solo qualche episodio favorevole, come abbiamo perso a Udine, i 3 gol presi dal Milan, la rimonta del Parma, non è vero che ci sta mancando qualcosa in attacco, ma qualche buon episodio. Rebic ha dato il suo contributo, con 1 gol abbiamo 1 punto in più. Per noi le 2° punte sono attaccanti esterni e fanno parte del reparto che in tutto ha fatto 21 reti, non pochi. L'attacco non è un problema per il Lecce, ci manca qualche episodio, come il Verona ha vinto a Udine, come altre cose sono accadute per altre squadre, un tiro che da centrocampo finisce dentro con qualche deviazione. Dinamiche di gioco. Il resto c'è, noi ci siamo”.
Integralismo sullo schema di gioco - “Gotti voleva giocare col 4-2-3-1, nessuno gli ha detto di ‘no’, c'è ampia libertà di scelta per ogni tecnico. Lo ha fatto. Ora stiamo andando avanti col 4-3-3”.
La “storia” dell'asticella - “Noi l'abbiamo alzata, abbiamo alzato il monte ingaggi da 13 a 19 milioni di Euro, abbiamo alzato il livello degli acquisti in termini di soldi spesi. Poi ci sono anche gli altri, se noi facciamo il salto in alto e gli altri fanno il salto con l'asta non è colpa nostra. Noi non ci indebitiamo”.
Finale di stagione - “Ai tifosi consiglio di avere paura, di provare la paura, non l'ansia che ti distrugge ma la paura che ci aiuta a sapere dove siamo e che gare complicate dobbiamo affrontare. Roma e Venezia in casa? Più importante la 2° partita, i veneti sono in gran forma. Noi dobbiamo giocare da guerrieri”.
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