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CHEVANTON-SHOCK. L'INTERVISTA: "ho avuto voglia di morire dopo il ritiro. Lecce e l'amore per la campagna mi hanno salvato dal baratro"

L'ex bomber giallorosso si racconta al settimanale de "La Gazzetta dello Sport"

01.06.2024 20:42

LECCE - Dopo tanti anni è tempo di aprirsi a rivelazioni shock per Ernesto Javier Chevanton, bomber indimenticabile di un Lecce senza tempo e consegnato ai ricordi più belli della storia giallorossa.

L'attaccante uruguaiano, oramai trapiantato stabilmente nel capoluogo salentino, si è confessato al settimanale “Sportweek” de "La Gazzetta dello Sport”.

Ecco le sue parole, davvero da non perdere: uno spaccato di un ragazzo pieno di qualità ma anche di fragilità, come tutte le persone estremamente sensibili.

Carriera - “A un certo punto, come tutti, ho dovuto salutare, mi sarebbe piaciuto arrivare a 100 reti con il Lecce, ma pazienza, era un obiettivo troppo lontano. Questa maglia, questa città è diventato il mio futuro, mio e delle mie figlie. Ogni tanto mi fermano per strada bambini di 9 anni, che neanche erano nati quando mi ero già ritirato, eppure sanno chi sono. Questa città mi ha donato enorme amore”.

Momenti delicati - “Non lo sanno in tanti, ma ora posso dirlo. Nel 2013 dopo il ritiro mi sentivo solo e senza una utilità, ho avuto tante volte voglia di morire… Chi mi era vicino non riusciva neppure a capire quanto soffrissi, quanto facessi il simpatico o sembrassi felice mentre dentro mi sentivo inutile per ogni cosa. C'è stata una fase della mia vita in cui mi svegliavo al mattino sperando soltanto che arrivasse la sera per dormire, per staccare la spina. Lecce, la passione per la campagna e la natura, l'affetto della gente, queste cose mi hanno salvato, mi hanno tolto dal baratro”.

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