Caso-Lopez: tanti elementi che possono contribuire alla verità
Abbiamo analizzato quanto appreso in conferenza stampa
LECCE - Premessa fondamentale: sarà la magistratura e l'eventuale processo (ammesso che si arrivi a un rinvio a giudizio e dunque debba celebrarsi) a stabilire quale sarà la verità processuale e giudiziaria delle vicende emerse ieri con la conferenza stampa dei vertici della DIGOS della Questura di Lecce, da anni impegnata a difesa della legalità nel nostro territorio, anche con operazioni brillanti e di intelligence che in tutti i campi del crimine hanno registrato risultati encomiabili nella lotta all'illegalità.
Ciò detto, che va necessariamente ribadito per non incappare in qualunque inutile fraintendimento, abbiamo riflettuto ben 24 ore sugli elementi messi sul campo ieri e lasciati alla valutazione e alla riflessione (doverosa per missione) dell'opinione pubblica e della nostra, come di altre, testate.
Va precisato, infatti, che la brutale aggressione di cui riferisce la DIGOS era stata preceduta da altrettanto poco nobili gesti di insofferenza al pubblico dello stesso Lopez, che aveva mostrato gli attributi (proprio quelli fisici, ossia indicato i suoi "gioielli") ai tifosi della Tribuna Est, invitando i compagni (circostanza vera) a non andare sotto la Nord a ricevere il saluto finale (CLICCA QUI, L'ARTICOLO DI SOLOLECCE.IT DI QUEL GIORNO). Che le due cose siano semplicemente collegate è anche un ipotesi: non per forza, dunque, il "no" al saluto sotto la Nord può essere interpretato come una mancanza di ossequio agli ultras. E' un elemento che sottoponiamo, sommessamente, anche alle valutazioni di chi magari non conosceva questo retroscena e ha assunto ad elementi-chiave solo la visione parziale di una delle parti in causa.
Ciò nonostante, va ribadito, nessuna violenza o minaccia è giustificabile o si giustifica in reazione anche a tale atteggiamento non proprio oxfordiano, che resta circoscritto alla rabbia agonistica di un finale di gara e non può mettersi in parallelo a un'eventuale premeditata azione di repressione.
Va inoltre specificato, almanacchi alla mano, che Lopez giocò regolarmente la partita successiva, la delicatissima sfida di Martina Franca, quando entrò nel convulso finale a difesa del vantaggio del Lecce, non dunque in un momento ininfluente o su un 5-0 di una partita inutile: tecnicamente, dunque, il calciatore era considerato a posto come tutti gli altri, pur comprendendo (se i fatti saranno comprovati) il suo stato di indubbia tensione emotiva successiva a questi episodi (CLICCA QUI, IL TABELLINO DI MARTINA FRANCA-LECCE).
Passano altri 7 giorni e Lopez è regolarmente titolare nella vittoria interna con l'Ischia IsolaVerde (la 1° al "Via del Mare" dopo la presunta violenza), prima di chiudere sempre da titolare a Lamezia Terme nell'ultima giornata successiva. Mai come in quei 2 mesi di aprile e maggio, insomma, l'uruguaiano gioca da titolare, rispetto ad un precedente periodo di impiego a singhiozzo e qualche panchina. Era dunque tranquillo? Ce lo chiediamo.
Probabilmente lo era abbastanza da tornare al "Via del Mare" con anche il suo bellissimo bambino, il 14 maggio successivo, per un allenamento di fine stagione abbastanza distensivo (LE FOTO E L'ARTICOLO DI SOLOLECCE.IT). Qualche ora dopo fa anche il portiere, in un divertente allenamento (CLICCA QUI L'ARTICOLO DI SOLOLECCE.IT). Fa evidentemente piacere che un mese dopo Lopez abbia messo tutto alle spalle, tornando al sorriso, tanto che 2 settimane dopo va al derby di Roma, Roma-Lazio, con tanto di maglia della Roma in Curva Sud (LA FOTO E L'ARTICOLO DI SOLOLECCE.IT), mentre a Lecce infuriano le polemiche sul dopo-fallimento play off. Anche in questo caso, ciò è positivo, il calciatore ha saputo mettersi alle spalle le tensioni guardando al futuro con serenità.
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