Editoriali

Solo vergogna: è il punto di non ritorno

Lerda sotto accusa dopo la sconfitta di Ischia

LECCE - A Natale siamo tutti più buoni, ma a tutto c’è un limite, perché non si può e non si deve accettare, specie per una piazza come Lecce, fare certi regali. Non lo avremmo accettato in A figuriamoci in Lega Pro.

3 sconfitte consecutive, con la Salernitana che si allontana a 9 punti e tante e troppe occasioni gettate al vento per rientrare per la lotta per il 1° posto.

Nessuno chiede ai giallorossi di vincere tutte le partite, le sconfitte fanno parte del gioco del calcio e devono essere contemplate nel corso di un campionato, ma 3 consecutive, di cui 2 contro avversarie che sono impegnate nella lotta per la retrocessione come Martina Franca e Ischia Isolaverde, questo proprio no!

Non si può andare più in basso di così, c’è un limite che è stato abbondantemente oltrepassato. Questi tifosi che nonostante tutte le umiliazioni extracalcistiche sono ancora vicini alla squadra non meritano di vedere la propria nobile maglia andare a perdere nelle periferie del calcio, a quelle latitudini sportive dove eravamo certi di essere di passaggio e dove invece oggi abbiamo preso la residenza.

L’umiliazione sportiva probabilmente fa ancora più male di quella della giustizia, perché in quell’occasione tutti avevamo comunque difeso l’onore della maglia con quello splendido epilogo di Verona con giocatori e tifosi che si salutano con le lacrime sotto la curva dello stadio scaligero e un Cosmi distrutto dal dolore: una squadra di uomini, a differenza  di questa che appare essere priva di una guida non solo tecnica ma anche spirituale, condotta da un tecnico da sempre arrivato a fine campionato col fiato corto (quando li ha finiti, i campionati...). E' bravo, sa tenere lunghe sedute tattiche, sa allenare, ma a vincere qualcosa neanche a parlarne.

La sconfitta di Ischia, anche se maturata grazie a 2 rigori, è un punto di non ritorno. La sosta natalizia deve essere un momento di riflessione per tutta la squadra e la dirigenza, per intervenire sul mercato con raziocinio e lungimiranza, doti che sembrano non appartenere all'attuale gruppo dirigente abile a cogliere in questi anni luccicanti occasioni dai 35 anni in su, operazioni utili solamente a gettare fumo negli occhi della clacche.

Probabilmente è arrivata anche al capolinea l’esperienza di Franco Lerda: pesa troppo il suo costante deficit comunicativo con la squadra che probabilmente non riesce a recepire adeguatamente le indicazioni del tecnico piemontese.

Serve un cambio di rotta, repentino e ponderato, nulla di improvvisato, perché seppur il campionato sia ancora lunghissimo i bonus rimasti a disposizione di questa squadra sono già terminati. Abbondantemente.

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