Dall'Italia

L'INCHIESTA. Smantellato un giro di prostituzione minorile: 6 arresti, 2 ai domiciliari

I fatti dall'Italia: il "giro" di "baby" escort coinvolgeva clienti da tutta la Puglia

18.03.2025 09:49

BARI - Un'inchiesta sconcertante ha portato alla luce un sistema di prostituzione minorile gestito secondo gli inquirenti con modalità “imprenditoriali raffinate” per il GIP del Tribunale di Bari Giuseppe Ronzino.

L'operazione, coordinata dalla Procura e condotta dalla Squadra Mobile di Bari, ha condotto all’arresto di 6 persone, tra cui 4 donne ritenute le principali organizzatrici: Marilena Lopez, Federica Devito, Antonella Albanese ed Elisabetta Manzari i nomi delle arrestate.

Con loro sono finiti in carcere anche Nicola Basile, 25 anni, e Ruggiero Doronzo, 29 anni, mentre 2 presunti clienti, Fabio Carlino (47 anni) e Roberto Urbino (42 anni), sono stati posti agli arresti domiciliari. Inoltre, il penalista leccese Stefano Chiriatti e Michele Annoscia, gestore di un B & B di Bari, sono sottoposti all’obbligo di dimora.

Il gruppo criminale, che sui social si definiva «Squad girls», avrebbe indotto e sfruttato almeno 3 minorenni, convincendole a prostituirsi in cambio di ingenti compensi e regali.

Le adolescenti, alcune appena sedicenni, venivano pagate fino a 500 euro per prestazione, ma dovevano cedere una parte consistente del denaro agli organizzatori, che attendevano in stanze vicine degli stessi hotel o B & B dove avvenivano gli incontri.

Non si trattava solo di denaro: le giovani ricevevano regali come vestiti, scarpe, borse e soggiorni in hotel di lusso, oltre a cene in ristoranti esclusivi. Gli incontri avvenivano principalmente a Bari e provincia, ma anche nella provincia di Barletta, Andria e Trani, a Lecce e, in alcuni casi, in grandi città come Roma e Milano.

Gli hotel e le suite di lusso, spesso dotate di idromassaggio e con vista panoramica sul mare o sui palazzi moderni di Bari, erano parte dei “regalini” offerti dai clienti, che non si facevano problemi a spendere cifre importanti per le serate. Tuttavia, dietro l’apparente lusso si nascondeva un mondo di degrado. Le minorenni consumavano droghe leggere, come hashish, mentre alcuni clienti facevano uso di sostanze più pesanti, tra cui cocaina. Una delle vittime ha raccontato agli inquirenti di aver visto un cliente nascondere “una busta di cellophane con parecchia cocaina” nel cruscotto della sua auto.

L’avvio delle indagini

L'intera operazione investigativa è partita da una segnalazione inaspettata: una madre preoccupata per il comportamento della figlia sedicenne, descritta come “agitata, irascibile e ribelle”, ha contattato la Polizia dopo aver trovato un po’ di hashish in casa.

La ragazza, inizialmente reticente, ha poi collaborato con le forze dell’ordine grazie al supporto delle psicologhe, fornendo dettagli fondamentali per ricostruire il giro di sfruttamento. La giovane ha raccontato di essere stata costretta a prostituirsi sotto la minaccia di vedere pubblicate online foto compromettenti. A minacciarla sarebbe stato Nicola Basile, uno degli arrestati, che pretendeva metà dei guadagni e che avrebbe anche spinto la ragazza a coinvolgere un’amica di scuola in alcuni incontri.

Basile, figlio di un poliziotto in servizio a Bari, ha precedenti per truffe online. Secondo le deposizioni della sedicenne, avrebbe iniziato a proporle la prostituzione dopo che i suoi precedenti schemi truffaldini avevano iniziato a fallire. “Mi diede 300 euro per avere rapporti con lui”, ha dichiarato la giovane, spiegando come l’uomo avesse poi organizzato tutto il sistema, dai telefoni dedicati agli accordi con i B & B. Le sue dichiarazioni, considerate dagli inquirenti una pietra miliare per l’indagine, hanno permesso di svelare i ruoli degli altri membri del gruppo.

Un nuovo allarme: le truffe online legate al mondo delle escort

Parallelamente, si registra un aumento di truffe online che sfruttano l’immagine delle escort per raggirare soprattutto uomini “over 60”. Lo schema si basa su falsi profili di giovani donne che contattano le vittime tramite Facebook o Messenger, instaurando un dialogo per poi proporre incontri a pagamento. La condizione per l’incontro è l’acquisto di buoni regalo Steam, utilizzati in realtà per ricaricare account senza offrire alcuna prestazione. Una volta ottenuti i codici dei buoni, le donne virtuali spariscono, lasciando le vittime senza possibilità di recupero.

La vicenda di Bari e l’ondata di truffe mettono in evidenza una realtà inquietante: la vulnerabilità delle persone, sia minorenni che adulte, di fronte a sistemi criminali che sfruttano il sesso e il denaro. L’inchiesta, ancora in corso, potrebbe rivelare ulteriori sviluppi, mentre la Procura continua a indagare su eventuali altri clienti e complici.

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