LA LETTERA DI JULIE AL COINQUILINO. Lui ai magistrati alleggerisce la posizione del 19enne: "non ho sentito rumori, urla o altro"
Le parole di Mohamed, il ragazzo egiziano che divideva l'appartamento universitario con la giovane francese suicida
LECCE - “Julie era disperata da giorni, ma la notte del presunto stupro non ho sentito nessun rumore particolare provenire dalla sua stanza”.
E' quanto ha dichiarato Mohamed, il coinquilino della ragazza francese trovata morta nella notte tra sabato e domenica in un appartamento universitario in un condominio di Via Papatodero a Lecce.
Il ragazzo, uno studente di origini egiziane, ha parlato davanti ai magistrati che stanno seguendo le delicatissime indagini sul suicidio della studentessa di filosofia francese: “non ho sentito urla, porte che sbattevano, nulla. Ma dormivo, dunque non ho la totale certezza di quel che è accaduto. Di sicuro non mi sono svegliato per rumori particolari”.
Una voce maschile in camera Mohamed l'aveva sentita invece 10 giorni prima, quando Julie e un ragazzo che aveva detto di chiamarsi Leo restano in stanza sino alle 4 di mattina: “parlano così tanto che non riesco a dormire”, spiega ancora Mohamed che con qualche finto colpo di tosse prova a farli stare zitti per prendere sonno. Poi da giovedì improvvisamente il suo umore è cambiato, si è chiusa in camera per tutti gli altri giorni della sua vita, sino al suicidio, uscendo solo per prepararsi da mangiare. Soltanto venerdì l'umore sembrava migliore, la sera ha avuto un'amica in camera, hanno fatto un po' di baccano, musica alta, cose normalissime, lei poi si è scusata con una lettera dicendo che non l'avrebbe fatto più. Poi il giorno dopo si è suicidata”.
Le parole di Mohamed e il primo esito dell'autopsia sul povero corpo di Julie alleggeriscono di fatto la posizione del 19enne brindisino sotto inchiesta per violenza sessuale e istigazione al suicidio: il giovane studente brindisino si è già presentato dai magistrati per parlare di “rapporti sessuali completi e consenzienti” tra lui e la ragazza, confermati dal primo esame autoptico che non ha certificato lesioni, ecchimosi o segni di violenza provenienti da costrizione o percosse.
Ora si attende dai laboratori l'esito degli esami tossicologici.
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