ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati alla penna di un ex arbitro nazionale
Ecco il resoconto di Inter-Lecce, la "pagella" arbitrale, scritta da un tecnico
MILANO - Da questa settimana e per il nuovo anno solare 2024 la redazione di SoloLecce.it si avvarrà della collaborazione tecnica e arbitrale di un ex arbitro della CAN di A e B attualmente nei ranghi arbitrali a livello dirigenziale ai massimi livelli, che di volta in volta ci analizzerà la prestazione arbitrale della sestina designata per la gara del Lecce.
L'articolo, vergato integralmente dall'ex fischietto nazionale, è un resoconto della gara dei 6 arbitri sul terreno di gioco e al monitor, senza nessuna ingerenza della nostra redazione, senza richieste di favoritismi, senza analisi di parte. Dunque a volte potrà piacere… a volte no. Non è fatto con la penna del tifoso…
Iniziamo sviscerando i casi di Inter-Lecce.
Marcenaro di Genova inizia la sfida di “San Siro” con un giallo a Gonzalez fiscale, sia pure regolamento alla mano senza rimpianti per il Lecce.
E' però pur vero che il primo giallo di una gara è quello che serve a un arbitro per marcare il territorio, fissare la soglia degli interventi disciplinari, e probabilmente quello sullo spagnolo è un giallo emendabile, che si può evitare, sostituendolo con un richiamo importante con la voce, con l'esaltazione della personalità arbitrale che in questo caso ha difettato al giovane arbitro ligure.
Corretto il giallo successivo per Calhanoglu che interrompe una promettente azione di gioco in via di sviluppo avviata proprio dallo stesso Gonzalez.
Siamo alla mezz'ora, non succede nulla altro sino alla segnatura della rete dell'Inter che spezza l'equilibrio. Ci sono pochi dubbi, zero: l'intervento di Gonzalez è prima con la coscia e poi con il braccio, dunque non è punibile, il successivo scivolamento del pallone dalla coscia al braccio del “canterano” ex Barcellona è del tutto ininfluente. Il calcio di punizione da cui nasce l'1-0 di Bisseck, sostanzialmente, non c'è.
Corretto revocare il rigore in favore del Lecce, nato da un abbaglio di Marcenaro che considera fuori figura il tocco di braccio di Carlos Augusto che interrompe una traiettoria di Gendrey diretta in porta. E' corretto il campo di intervento della Sala VAR che evita a Marcenaro un chiaro ed evidente errore, non sottoposto a valutazione soggettiva: Carlos Augusto non aumenta la figura, non fa nulla per trarre un vantaggio da un movimento del tutto congruo. Concedere il rigore e confermarlo anche al vaglio della Sala VAR avrebbe portato la sestina arbitrale nel baratro di una prestazione pessima, salvata invece dall'intervento del Centro Operativo di Lissone.
Fiscale l'ammonizione a Pongracic che chiude la gara, sacrosanto il rosso a Banda che 3 volte, labiale alla mano, dice “cazzo” in inglese in faccia all'arbitro. L'utilizzo di frasi o parole blasfeme o irriguardose, anche se non rivolto direttamente all'arbitro, non è consentito dal regolamento che non salva Banda neppure per il chiaro fatto che il “cazzo, cazzo, cazzo” è pronunciato in dissenso a decisioni arbitrali, e non certo per un gesto tecnico errato, un pallone controllato male, un tiro uscito storto o altro. Il dissenso espresso era contro l'arbitro, qualunque insulto abbia utilizzato Banda non cambia la sostanza. La squalifica non sarà per una giornata…
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