L'EDITORIALE. Detrattori ko, questo Lecce ha tanta fame. Da Liverani a Corini una serie di eventi che sono PROVA DI FORZA
Ripercorriamo insieme questi tre giorni giallorossi: pochi, ma incredibilmente densi di eventi
LECCE - Saranno rimasti all'asciutto molti detrattori del Lecce, in questo ambiente in cui senza conoscere un fico secco dall'interno, di verificato, taluni osteggiano le solite cantilene quasi provando un sottile godimento masochista, dal "non c'è un Euro" a "non c'è progetto" a "transizione", "campionato di galleggiamento" a "non sarebbero pronti a un'altra A" o "si vendono tutti e passano all'incasso".
Le vicende di questi tre giorni sono uno tsunami addosso a tutte queste prefiche. Prima Liverani praticamente defenestrato dal suo trono dorato per una serie di pesantissimi scivoloni umani prima che professionali. Del tutto imperdonabili. Poi l'arrivo di Corini, un "top trainer" per la categoria.
Il sole dell'isola di Ponza deve aver rilassato troppo i pensieri del tecnico romano che per quanto abbiamo avuto modo di approfondire ha certamente cannato clamorosamente tutta una serie di comportamenti che l'hanno fatto balzare agli occhi di Sticchi Damiani e Corvino come demotivato, incurante, molle, temporeggiatore, distaccato, lontano parente del "divoratore" di calcio e di eventi conosciuto sino a qualche giorno prima dallo stesso massimo dirigente del Lecce e dallo stesso nuovo Responsabile dell'Area Mercato giallorossa.
Troppa sicurezza? Troppe garanzie? Rilassatezza? Ecco, vogliamo dare il beneficio della buona fede a Liverani, vogliamo provarci. Ma questo Lecce affamato evidentemente non ha avuto il nostro stesso candore, ha tirato una linea ed è passato oltre, da qui anche la sorpresa dello stesso Liverani che probabilmente iniziava a sentire la piazza così tanto sua da sentirsi plenipotenziario. In poche ore è tornato a terra, perchè "Lecce non è la seconda scelta di nessuno" (parole evidentemente profetiche di Saverio Sticchi Damiani durante la conferenza stampa di presentazione del DS Corvino).
L'addio di Liverani aveva stappato lo champagne dei detrattori del Lecce, di quelli del "non c'è progetto", della "transizione", del "galleggiamento", del "non c'è un Euro" e di tutto quel che abbiamo già elencato sommariamente.
Ecco poi che ti arriva un Corini a "rovinare" tutto.
Una prova di forza, un ingaggio principesco per la B, un allenatore che ha già salvato il Chievo Verona in A con 42 punti, che ha accumulato esperienze importanti tra Palermo e Brescia. Un punto di ripartenza che è più alto di quel che fu la "scommessa" Liverani. Certamente, ne siamo certi.
Corini non è una scelta da decimo o quindicesimo posto, lo testimonia la forza brutale con cui si è arrivato a questo nome "top" per la categoria: in questo senso, sembra paradossale dirlo, le parole contenute del Presidente del Lecce sui progetti futuri della società su base pluriennale sono praticamente smentite dalle azioni, fortissime e destinate a dare un segnale a tutto il campionato. Il Lecce non corre per "galleggiare", nonostante i misurati propositi del suo Presidente. Sono le azioni che dimostrano il contrario.
Ecco, le azioni. Ora servono quelle dei tifosi, dell'ambiente, di tutti noi: lasciamo il masochismo lontano da tastiere e stadi (se ci sarà il modo di frequentarli). Buttiamoci in questa avventura, perchè il Lecce ha molta fame...
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