DE MARCO NON SI FA INTERROGARE, diserta il processo. Le perizie lo affondano: "in grado di intendere e ammazzare ancora"
Il giovane infermiere 21enne di Casarano non si presenta a processo, ma il giudice va avanti senza la sua testimonianza
LECCE - Non si è presentato al previsto interrogatorio, Antonio De Marco, il 21enne di Casarano che la sera del 21 settembre 2020 ha barbaramente ucciso a coltellate Daniele De Santis e Eleonora Manta, 33 e 30 anni, facendo irruzione nella loro casa di Via Montello, a Lecce.
Attraverso i suoi legali De Marco ha comunicato di aver scelto di non comparire in udienza, atteggiamento avuto anche durante tutto il processo davanti ai giudici della Corte d'Assise di Lecce (Presidente del collegio Pietro Baffa). Non vuole farsi interrogare, non vuole rispondere alla corte o alle domande del PM Maria Consolata Moschettini: attende la sentenza che arriverà in primavera.
Ad “affondare” ulteriormente la posizione di De Marco in udienza ci ha pensato la criminologa Roberta Bruzzone che ha parlato di “omicidio mai visto in 20 anni di carriera, pianificato per filo e per segno”. Per la Bruzzone, consulente della famiglia del giovane arbitro, “De Marco era un serial killer capace di agire con spietata lucidità, capace di continuare facilmente ad ammazzare”.
Fondamentale per le sorti del processo, oramai alle ultime udienze, è stata la deposizione dei due periti nominati dal Tribunale, dunque non di parte, che hanno studiato il quadro clinico e psichiatrico dell'assassino.
I due medici hanno confermato per De Marco un “disturbo della personalità di tipo narcisistico” che non basterebbe a considerarlo non in grado di intendere e volere. Anzi, tutti i suoi pensieri, tutte le sue lucide costruzioni mentali, sarebbero decisamente improntate ad uccidere ancora.
Per questo può continuare a restare in giudizio.
Commenti