BUFERA SUL CALCIO: la "Camorra" pilotava le partite, Avellino con l'incubo della Lega Pro
Se dovesse essere riconosciuto l'illecito sportivo ci sarà un altro posto in Serie B
AVELLINO - La "Camorra" controllava la Serie B.
E' l'accusa che viene fuori dall'inchiesta dei magistrati guidati dal PM Maurizio De Marco e condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all'arresto di 10 persone (7 in carcere, 3 ai domiciliari) e all'iscrizione nel registro degli indagati di numerose altre, tra cui anche il calciatore della Nazionale Armando Izzo, attualmente al Genoa, un passato recente all'Avellino. Coinvolti anche il suo ex compagno di squadra Francesco Millesi (ora all'Acireale) e l'ex calciatore Luca Pini. L'accusa è pesantissima: concorso esterno in associazione camorristica.
I calciatori secondo le accuse dei magistrati fungevano da contatto con il gruppo criminale denominato "Vanella Grassi", con cui manipolavano le gare di fine anno dell'Avellino. Le intercettazioni telefoniche riferiscono di un codice utilizzato tra loro per indicare come scommettere sulle partite: "dobbiamo mangiare 3 polpette, abbiamo la pancia piena", dicevano i calciatori ai mafiosi.
Le partite incriminate sono Modena-Avellino e Avellino-Reggina.
Dal processo che si aprirà in sede sportiva l'Avellino rischia, per responsabilità eventualmente riconosciuta come oggettiva, la retrocessione in Lega Pro, che aprirebbe la strada a 1 ripescaggio in Serie B al posto degli irpini. Ma è presto per fare queste valutazioni.
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