L'EDITORIALE: grazie. Grazie a questi ragazzi nel fango, degni di 110 ANNI DI STORIA
I giallorossi vincono a Cosenza e prendono il "volo": la nostra riflessione
LECCE - Le foto, gli sguardi, a volte superano la tattica.
I nostri ragazzi nel fango, sporchi come ci si sporcava negli anni Settanta e Ottanta, sui campi impossibili, prima delle tante tecnologie. A Cosenza il Lecce ha segnato la svolta di questo campionato: adesso per perderlo serve il verificarsi di un suicidio di massa. Siamo più o meno attorno a queste probabilità, secondo noi.
Ma non perchè 7 punti siano incolmabili, ma perchè i nostri ragazzi visti nel fango non possono perderla, non possono perderla questa Serie B.
Il Lecce è stato ancora una volta impressionante, più forte di tutto, fuori dal tunnel di una partita complicatissima, in casa di un avversario solido, compatto, difensivamente perfetto o quasi. La capolista ha mostrato tutto il suo valore, la sua personalità, la capacità camaleontica di adattarsi a tutto: a essere squadra di tocchi e di fino sul "biliardo" del "Via del Mare", a essere gruppo di uomini con gli attributi dove del "biliardo" non ci sono neanche le stecche di legno, ma solo una putrida latrina, il terreno di gioco del "San Vito", indegno persino per i giornalisti locali e le voci che abbiamo sentito attorno a noi durante la gara. Un terreno di gioco da Prima Categoria pugliese, praticamente.
Di tattica non vogliamo parlare, non c'è tempo, ci tocca la Fidelis Andria: e poi siamo troppo sazi della dimostrazione di forza disarmante che ci ha dato questa squadra, nel carattere, nella volontà.
L'abbiamo scritto per la prima volta, al fischio finale di Cosenza-Lecce, così come al termine di Catania-Lecce all'andata avevamo scritto le nostre paure, parlando di un Lecce ridicolo e tatticamente indecente. Parole forti, che non piacquero in giro. Ma che sono servite. Ecco, dicevamo, questa volta pure l'abbiamo scritto: la Serie B è passata da Cosenza. Queste parole piaceranno decisamente di più.
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