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Lerda: suicidio perfetto. Giusto riflettere

45 minuti di scelte scellerate

LECCE - Un vero e proprio suicidio quello di ieri, quasi volontario. Più di qualcosa deve essere sfuggito nella lettura tattica della partita di Franco Lerda, ma sopratutto delle opportunità a sua disposzione in panchina. Non è mai facile indovinare il cambio, ma sbagliarli in questo modo è davvero sconcertante, sopratutto se a farlo è un allenatore altamente qualificato e meticoloso come il tecnico piemontese. 

Gli ingressi di Carrozza Papini sono due errori lapalissiani, in una categoria come la Lega Pro dove la corsa e la gamba vengono prima della tecnica e della tattica non ha di certo portato bene la scelta di affidarsi a elementi con così pochi minuti nelle gambe e con pochi allenamenti con la squadra. Questo è il caso di Romeo Papini che al momento del suo infortunio ha lasciato la squadra con un impianto di gioco, il 4-4-2, e si è ritrovato catapultato in campo con un nuovo 4-3-3 in una situazione di difficoltà crescente dove le distanze tra i reparti sono fondamentali: non è certo lui il responsabile, ma proprio il centrocampista è l'uomo che chiude in ritardo sul tiro del 2-2, casualità?

L'ingresso di Carrozza per un incredibile Doumbia poi è inspiegabile. Il francese, autore della doppietta che aveva portato la squadra sul rassicurante 2-0, non dava l'impressione di essere stanco, oltretutto "Dudù" si allena regolarmente oramai da settimane senza saltare una seduta, come mai questa improvvisa stanchezza dopo appena un'ora di gioco? A 30 minuti dalla fine è poi un po' troppo presto per concedere la standing ovation all'hombre del partido. Perchè non togliere al suo posto Moscardelli? Nel finale l'attaccante romano si è scrificato anche in difesa ma la lucidità e la freschezza non erano più presenti nelle sue giocate: ha chiuso stremato.

No ai processi - Non vuole essere un processo all'allenatore, perchè è facile parlare a cose fatte e seduti davanti ad un pc: Lerda, che nonostante tutto sta mantendendo la squadra nei quartieri alti della classifica ha fatto grandi cose alla guida della squadra, deve però comprendere che una riflessione forte e un'autocritica dura sulla gestione della gara di ieri sera è più che necessaria. Di infallibili, al mondo, non ce ne sono, occorre anche l'umiltà per partire da questa considerazione, nel lavoro.

Adesso, come hanno detto Abruzzese e Doumbia a fine partita, l'attenzione va alla prossima sfida contro il Benevento, dove sarà necessario emulare la prestazione sfoderata contro la Salernitanta: un altro passo falso potrebbe essere un boccone troppo amaro da far digerire ai tifosi giallorossi e alla dirigenza di Piazza Mazzini.

Anche Lerda, dunque, è sotto esame.

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