PONGRACIC, LA FORZA DEL "TOP PLAYER": "io leader del nuovo Lecce? Serve lavorare senza parlare"
Le parole del croato che oggi si è presentato alla stampa per la 2° volta in giallorosso, questa volta non semplicemente in prestito
LECCE - Parole da leader, senza volerlo essere solo a parole.
Marin Pogracic si è presentato per la sua 2° “vita” giallorossa, tornando in Sala Stampa per una nuova prima volta, questa a titolo definitivo, in mano al Lecce. Ecco le sue parole, tema per tema, qui in questa ampia sintesi, sotto nella versione video integrale.
Voglia di campo subito - “Mi manca molto giocare, difendere, sono felice per la salvezza che i compagni hanno centrato nel finale di stagione, ma mi dispiace tremendamente non aver dato il mio contributo. Amo giocare al calcio, non vedo l'ora di mostrare il mio valore”.
D'Aversa - “Ho parlato con l'allenatore subito, al 1° giorno in cui siamo incontrati. Mi ha chiesto dell'infortunio, della riabilitazione, di come proseguire. E' stato molto amichevole come approccio”.
Lecce - “Mi sono sentito bene qui, ho avuto un bun feeling in quelle 9 gare giocate, mi piace tutto di Lecce, davvero un sacco. Penso di aver dato un buon contributo di qualità, sono tornato per fare felici i tifosi".
Monza-Lecce - “La mia esultanza? Ero molto contento, è stato il gol più importante del campionato e andava festeggiato. Siamo un gruppo e bisogna correre ad abbracciare i compagni quando regalano qualcosa di importante al gruppo. Già durante la riabilitazione sognavo di rientrare in tempo, sapevo anche che c'era la possibilità perché ero completamente recuperato. Non c'è stato modo di fare qualche minuto finale, ma adesso sono qui per farne tanti altri… Personalmente se mi chiedete cosa voglio adesso la risposta è facile: scendere subito in campo”.
Serie A - “Grandissimo campionato, fisico, buono per me. Mi aspettavo questo livello, posso imparare, fare esperienza, ma anche dimostrare il mio valore contro certi attaccanti”.
Umtiti e i compagni di reparto - “Tutti avete visto cosa voleva dire avere Samuel dietro. La sua calma pallone al piede era impressionante, il posizionamento, il modo di ingaggiare i duelli. Tutto da studiare, c'era soltanto da imparare. Parlava anche tanto, guidava la difesa, dentro e fuori dal terreno di gioco. E' stato importante per crescere giocare con lui”.
Ritorno in Nazionale croata? - “Sarebbe la 2° cosa più bella che mi succede dopo essermi ripreso il campo da protagonista con il Lecce, certo! Ci penso ogni giorno, ci credo molto, darò il massimo. Con le mie capacità, ne sono certo, posso riconquistarmi la convocazione del Commissario Tecnico”.
Dalla Champions League alla salvezza - “Se pensavo di emozionarmi così tanto dopo aver fatto anche la Champions League e frequentando stadi prestigiosi? Giocare a calcio e emozionarsi fa parte del calcio a tutti i livello. Non ho giocato poi tante gare in Champions, non posso sentirmi un calciatore di quel livello. La Serie A mi ha dato emozioni, percepisco una certa atmosfera, le squadre italiane sono le migliori d'Europa. Qui si cresce, lo ribadisco”.
Leader - “Non voglio dire nulla, sembrare niente. Ognuno di noi, ognuno di voi giornalisti sa quanto è stata importante la A per il Lecce, tutti abbiamo combattuto per questa maglia. L'obiettivo resta uguale, ma vogliamo e possiamo fare anche meglio. Lavoreremo per questo: lavoro, lavoro, lavoro. Non serve parlare per essere leader di un gruppo”.
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