DE LAURENTIIS, LA "GUERRA" CONTINUA: "il Governo riduca le squadre della A, la Lega Calcio non ne avrà mai il coraggio"
Il Presidente del Napoli continua la sua crociata: il campionato deve ridurre le squadre partecipanti
NAPOLI - La crociata del Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis continua: ridurre assolutamente il numero delle partecipanti alla Serie A, agevolare la competitività delle cosiddette “grandi” e aumentare la loro capacità di fatturato.
L'impresario cinematografico alla guida degli azzurri ha ribadito questi concetti con forza, in questa intervista. Ecco tutti i contenuti.
Riformare il calcio è necessario - “Abbiamo permesso il caos: dal 1986 a 16 squadre siamo passati alle 20 attuali, con il calcio che in mezzo è cambiato, le partite internazionali che sono aumentate. I calciatori finiranno per essere usurati, chi vince uno Scudetto un anno come noi abbiamo fatto l'anno scorso l'anno dopo finisce per essere da pensionare”.
Intervento del Governo - “La Lega di Serie A non avrà mai la forza di ridurre il numero delle squadre partecipanti al campionato, per cui è bene che lo faccia il Governo, prendendo atto che non ci sono i fatturati per poter dividere in 20 e giustificare l'esistenza di questo campionato. Un campionato portato avanti da 6, massimo 8 società: c'è bisogno che lo capisca la politica”.
Le richieste delle “grandi” - “Vorremmo che il Governo stabilisse un voto ponderato favorevole alle 6, 8 squadre che sono determinanti nella creazione del fatturato della Serie A. Qui noi accumuliamo debiti e le altre giocano lo stesso nostro campionato, non con la nostra fatica economica. Le ‘piccole’ dovrebbero fidarsi di questa impostazione, i benefici economici sarebbero anche per loro perché cresceremmo ancora nei fatturati”.
Procuratori - “I loro ricatti sono da abolire, sono la vera problematica del sistema calcio alla voce indebitamento. Come si combattono? Cambiando anche qui le leggi, con l'intervento della politica, consentendoci di fare contratti ai calciatori anche di 8 anni, per impedire ai procuratori di trattare sempre, di alzare la posta economica”.
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