PASCULLI: "con un gol ho vinto il Mondiale, ma quelli col Bari..."
Intervista esclusiva di SoloLecce.it al nostro bomber argentino
LECCE - Per lui parlano i numeri: 214 volte ha vestito la maglia giallorossa, con 53 gol, per 20 volte è stato compagno di reparto di Diego Armando Maradona, titolare della Nazionale Argentina, con la maglia albiceleste ha realizzato 5 reti, 1 pesantissima, il gol del decisivo 1-0 dell'Argentina sugli "odiati" cugini dell'Uruguay negli Ottavi di Finale del Mondiale 1986. Praticamente una goduria, un eroe nazionale, un monumento accanto agli altri invincibili che hanno alzato la Coppa del Mondo al cielo di Città del Messico, davanti ad "appena" 115mila spettatori, 80mila arrivati dall'Argentina.
Erano i tempi in cui il Lecce si poteva permettere tali stelle del calcio internazionale, grazie alle regole che limitavano l'accesso degli stranieri e grazie al fatto che non tutti se li potevano accaparrare le grandi squadre, comprandone 6,7 alla volta come oggi. I "forti" toccavano anche alle piccole e il Lecce "argentino" faceva paura.
E' il momento di uscire allo scoperto, possiamo svelare l'intervistato di oggi: mettetevi a sedere, se potete, parla Pedro Pablo Pasculli.
Ritorno - "Lunedì tornerò a mettere le scarpe da calcio per attraversare il tunnel che porta nel nostro stadio. Lunedì giocherò la partita amichevole benefica per ricordare i 30 anni dalla promozione in Serie A del Lecce. Potrò incontrare ancora un gruppo di amici che hanno consentito a questa città di vivere un sogno. Cercheremo di far vivere quelle emozioni con un pò di commozione per tutti".
L'arrivo a Lecce - "Arrivai in Italia da una grande stagione in Argentina, con l'Argentinos Juniors avevo segnato 38 gol in 55 partite..., non so se mi spiego...! All'epoca il calcio italiano era la massima vetrina, ma gli stranieri per squadra erano soltanto 2. Fu bravo il Lecce di Iurlano a prendersi me e Barbas e noi siamo stati fortunati ad incontrare il Lecce. Confesso di non sapere, allora, neanche dove si trovasse Lecce, ma i dirigenti giallorossi furono bravissimi a portarmi in Italia, che per me voleva dire giocare nello stesso campionato del mio compagno di attacco in Nazionale, Diego... (Maradona)".
I gol - "Ne ho fatti tantissimi, ma quelli con il Bari valgono di più. Ogni derby c'era gente allo stadio da 2 ore prima della partita, l'atmosfera era di fuoco, come in Argentina. Chiaramente il gol più importante della mia carriera nel senso del risultato l'ho fatto con la Nazionale, eliminando l'Uruguay agli Ottavi del Mondiale che poi abbiamo vinto. Vinto grazie a un mio gol... Ma, ripeto, i gol con il Bari valgono di più".
I compagni - "Senza dubbio Barbas, con cui sono sempre stato in camera in quegli anni, ma poi ho legato con tutti, non c'è un nome in particolare. Quel Lecce era un Lecce di uomini veri, eravamo un bel gruppo".
Iurlano - "Il Presidente parlava al cuore, ci sapeva motivare, aveva carisma. Sono contento che Lecce non l'abbia dimenticato e col tempo abbia valorizzato il suo lavoro. Fare calcio a quei livelli non è stato facile. Noi ci siamo riusciti grazie a lui".
Messaggio - "Lunedì cercherò un gol nel nostro stadio..., non mancate" (MAGARI COME QUESTO NEL VIDEO).
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