VACANZE A DUBAI? FOTOMODELLE? "INFLUENCER"? Baschirotto mantiene le promesse: torna a scuola a Nogara
Il difensore del Lecce protagonista di una intera mattinata a rispondere alle domande degli studenti delle scuole della sua comunità
NOGARA - Promessa mantenuta.
Mentre molti calciatori hanno attraversato in poche ore oceani volando dall'altra parte del mondo in vacanza con le loro compagne di vita, “influencer” e chi più ne ha più ne metta, Federico Baschirotto ha rispettato la promessa e oggi si è concesso una intera mattinata ai ragazzi della Scuola Elementare e Media di Nogara, il suo paesino in provincia di Verona.
Un vero fiume in piena: Baschirotto si è raccontato, dagli inizi all'arrivo in Serie A. Ecco alcuni stralci del suo racconto al microfono nella Palestra delle scuole di Nogara.
Inizi - “Ho giocato nel Nogara, come tanti di voi bambini, porto il numero 6 in onore dei miei fratelli che pure hanno coltivato la mia stessa passione per il calcio e per il mio ruolo. Poi il Legnano chiese di me, sono andato, ma senza saltare lo studio la sera e senza perdere nessun anno di scuola. A Legnano ho giocato qualche anno e poi è arrivata la chiamata della Cremonese, in C, un grande trampolino di lancio, ma anche una delusione”.
La frenata - “Provai con il Chievo Verona, mi immaginavo già calciatore affermato, invece mi lasciarono a casa a fine anno. Il sogno era svanito, piangevo da solo in camera, i miei mi dicevano le classiche cose, ‘non è successo niente, forza’, ma sapevo che quel treno passato era troppo importante. Molti addetti ai lavori mi criticavano, mi dicevano che non era per me, pure il professore delle superiori mi disse di lasciar perdere, invece sono andato avanti, ricominciando da zero dopo la bocciatura del Chievo Verona”.
A Cremona tempi bui - “Stavo in un convitto coi preti, erano giornate lunghissime e senza famiglia, è stata dura. Poi sono andato al Seregno, sempre in C, giocavo sempre meno, alla fine resto senza squadra, così riparto dalla Serie D, dove faccio bene. Mio fratello mi consigliava di scegliermi una squadra sempre più forte ogni anno, puntare all'ingaggio migliore in una categoria che poteva starmi bene, io invece volevo andare in A”.
Altri intoppi - “Mi rompo il piede sinistro e sto fermo 2 mesi, poi mi riscatto, arriva l'Ascoli come un grande sogno, 4 reti in 30 partite di B. A casa mi fecero una festa, mi misi a piangere, per tutti ero arrivato. Invece non mi sono fermato ancora”.
Il Lecce - “Quest'anno il mio Procuratore mi offriva di consolidarmi in B con ingaggi sempre migliori, salire magari di livello come quando ero in D, oppure scommettere su me stesso a Lecce in A. Ci sono andato di corsa, sono un cacciatore di sogni. Ora tutti dicono ‘Baschirotto che campione, che campione’, io invece sono solo un ragazzino che è partito da questa palestra e dalla maglia del Nogara per arrivare in A. Ma non è ancora finita, non bisogna mai smettere di sognare”.
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