TOCCA A LORO: Bari assediato dalla Guardia di Finanza. INCHIESTA SU PAPARESTA
"Bilanci aggiustati per garantire l'iscrizione": indaga la Procura di Milano
BARI - Il Bari non avrebbe potuto iscriversi al campionato se non aggiustando i bilanci.
Per questo gli strumenti contabili sarebbero stati sistemati ad arte per assicurare l’iscrizione alla Serie B senza problemi. Si chiama “ostacolo all’attività di vigilanza”, il reato per cui sarebbe indagato Gianluca Paparesta, Presidente del Bari, finito sotto la lente della Procura di Milano in una grossa inchiesta sul doping finanziario e la compravendita presuntamente illecita dei diritti tv. Dalla serata di ieri la Guardia di Finanza starebbe acquisendo decine e decine di faldoni e documentazioni sulla vicenda.
Chiaro, secondo gli inquirenti, anche il coinvolgimento della società "Infront", advisor della Lega Calcio nell’asta dei diritti tv, che in pieno conflitto di interessi avrebbe dato una mano decisiva al Bari per salvare l’iscrizione in B, con un bell’assegno di sponsorizzazione da 500mila Euro.
Per il Corriere della Sera (LE FONTI, CLICCA QUI) il titolo sportivo del Bari sarebbe saltato se non fosse arrivato il soccorso finanziario prestato con operazioni montate anche all’estero (Svizzera) riconducibili a "Infront" e "Tax and Finance”. Praticamente secondo la Procura il Bari avrebbe inserito nei bilanci soldi di dubbia provenienza per scappare ai controlli della COVISOC e uscirne pulito da ogni analisi dei conti.
Secondo gli inquirenti il Bari avrebbe incassato 500mila Euro come contropartita per una sponsorizzazione che sarebbe stata incompatibile con il ruolo di "Infront", “arbitro” delle società di A e B per la gestione dei diritti e dunque non nelle condizioni di poter sostenere una squadra invece che un’altra. Nell’operazione avrebbero avuto un ruolo anche Claudio Lotito e Enrico Preziosi, anche loro sotto inchiesta per ostacolo all’attività di vigilanza.
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