Editoriali

L'ANALISI: chi ha scelto la Champions ha preso un bel "bidone". E' a Lecce il grande calcio

La nostra riflessione dopo il successo di ieri sera con il Catanzaro

LECCE - Chi ha scelto la Champions League si è annoiato, chi è venuto al "Via del Mare" ha avuto ancora una volta una buona idea: dare fiducia a questo Lecce.

Lo spettacolo offerto dai giallorossi è stato di livello superiore, certamente, a questa categoria da cui da anni cerchiamo la fuga; Caturano e compagni hanno dimostrato pur in presenza di difficoltà difensive o di sbavature evidenti, di essere troppo forti dalla cintola in sù, troppo per chiunque, forse (FOTO SOPRA IL 1° GOL DI CATURANO).

Il film della partita è stato perfetto: la 1° perla di Caturano a indirizzare subito il match, la sofferenza, la fiammata di Torromino a spezzare la resistenza del Catanzaro e la 3° rete di Caturano a dare soltanto ancora più entusiasmo al contesto ambientale.

La chiave - La formazione di Padalino gioca un 4-3-3 perfetto nelle distanze, con Arrigoni e Pacilli uomini chiave nella fase di non possesso del pallone. Quando il Lecce ripiega sono loro a fare "densità" in mezzo, a dare presenza in più alla difesa che così non deve agire da sola con i 2 centrali o stringendo i laterali. Quando si riparte, poi, è Mancosu e lo stesso Arrigoni a prendere per mano la squadra, riportandola in territorio nemico. Un lavoro logorante, ovviamente, speriamo che riesca ad essere fatto a questi livelli il più a lungo possibile. Nel primo quarto d'ora, per portare degli esempi concreti, il Lecce era in costante pressione sul portatore avversario, non faceva ragionare, non considerava persa nessuna occasione per mordere alle caviglie del Catanzaro.

Panchina lunga - L'antidoto ad eventuali brutte sorprese da logoramento è la panchina lunga offerta a Padalino dal DS Meluso. Drudi, Contessa, Fiordilino, ma anche altri ne siamo certi, rappresentano più di una semplice alternativa.

Aspetti negativi - Sacrificatissimo il capitano Lepore, costretto ad un lavoro assai diverso dalle sue caratteristiche e abitudini tattiche. Da buon leccese Checco si sacrifica e si fa il mazzo, ma si vede da lontanissimo che non è a suo agio in quel vestito. Speriamo si tratti solo di una parentesi, legata anche ad un paio di settimane a mezzo servizio fisico, dopo qualche brutta botta rimediata in avvio di campionato. Dietro non convince ancora Cosenza, un gigante che evidentemente avrà bisogno di tempo, negli inizi di stagione, per oliare la macchina. Ora è legnoso, impacciato, problematico nei disimpegni e nel gestire palloni che ora viaggiano più velocemente rispetto alla manovra asfittica di mister Braglia, lenta e compassata ma più adatta alle sue caratteristiche. Confidiamo anche qui che si tratti di mero adattamento. Per il resto il Lecce vola davvero.

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