Lecce nel mirino, all'improvviso sono tornati i "picchiatori". Ma c'erano 10mila testimoni...
La nostra analisi parte dai presunti "casi" già lanciati dai media
LECCE - C'era un copione già scritto, c'era solo da mettersi in scena e recitare: il pubblico delle grandi occasioni, le file ai tornelli, il "Via del Mare" illuminato a festa, con un finale di baci e abbracci e sguardi d'intesa. Invece Lecce-Fidelis Andria si è trasformata in un incubo.
Noi ci sentiamo di condividere sostanzialmente i contenuti delle ammissioni di colpa di Asta e dei suoi calciatori, che sono sembrati abbastanza pesanti con loro stessi nel dopo-gara. Il Lecce non ci è piaciuto affatto.
Non ci sono scuse per una squadra sembrata senza idee, frenetica solo nel senso peggiore del termine, con quella frenesia di fare qualcosa a caso che ti prende come un morbo e poi finisce che fai tutto male. Distanze colossali tra i reparti, gente teletrasportata dal ritiro di altre squadre e messa in campo 4 giorni dopo davanti a 11mila lupi affamati di Lecce senza ancora conoscere pienamente lo spartito tattico professato dall'allenatore. Un Lecce con le attenuanti, sì, ma senza scuse anche.
Per questo parlare di singoli sarebbe troppo complicato e ingeneroso dopo appena 90 minuti, per chiudere la porta o condannare qualche prestazione. Lo lasciamo a chi si accanisce in queste ore contro tizio o caio. Troppo irreale tutto quel che è accaduto, tanto che anche gli stessi tribuni prima solerti a trovare ogni genere di giustificazione per il Lecce che sentivano "più loro" ora si affannano nell'inventare le solite imposture andate bene sino a quando hanno recitato da soli (e anche nel panorama dell'informazione). Ma ieri non eravamo soli, c'erano 10mila testimoni. E i tifosi sono i migliori giudici dello spettacolo che hanno visto.
E' per questo macchiettistico il tentativo odierno di instillare verità folli che si leggono in giro tra voci in tutti i sensi declinanti. Fortunatamente ieri non eravamo soli, ripetiamo, hanno visto e sentito in 10mila.
Il mondo è bello perchè è vario e in giro si trovano oggi menti perverse (ci vuole un pizzico di sadismo per arrivare a costruzioni mentali simili) che hanno visto e sentito feroci contestazioni a Benassi, a fine gara per tutti quanti e poi (non ne parliamo) anche per Asta. Ma menomale che non eravamo soli, dicevamo...
Non sappiamo voi ma noi abbiamo visto e sentito la totale indifferenza della Curva Nord (altro segno di maturità) per un Benassi "atteso al varco", per niente condizionato nella prestazione neanche da una pernacchia lontana. "Facciamolo parare, poi si pensa, non creiamo martiri", sarà stato questo il pensiero evidente di chi ha lasciato perdere la contestazione. Questo abbiamo capito noi, vista la totale indifferenza, ripetiamo, nei confronti di Benassi, che qualcuno che ha con lui evidenti conti personali in sospeso è riuscito ad inventarsi nonostante 10mila testimoni.
Non sappiamo voi ma noi abbiamo sentito tanti applausi a fine partita, tantissimi, ed il giusto "fuori le palle" dalla Curva Nord, che vale per il futuro come un jolly già giocato anche per Asta. Bonus sprecato, "ora andate a vincere", questo abbiamo capito noi. Altro segnale di maturità di un contesto che è stato molto vicino alla squadra in questa partita. Altrove leggerete di pesantissime contestazioni a fine gara, che qualcuno è riuscito ad inventarsi anche con 10mila testimoni. Ripetiamo abbiamo sentito applausi maturi, di un contesto che vuole calarsi in un "progetto", vivendolo con un briciolo di ottimismo.
Proviamo ad attenerci ai fatti, lo ripetiamo, e a questo Lecce orribile per 50 minuti, confusionario e generoso per un'altra ventina, sgonfio e pure nervoso per altri 20 minuti. Ripartiamo dagli errori.
A noi il compito di non inventarci nulla, di non tirare fuori dal cilindro regolamenti di conti personali o avversioni dichiarate ai nuovi "padroni", considerati da qualcuno dei nostri competitor poco amici o amici più degli altri per il semplice fatto di essere trasparenti e di non avere contatti privilegiati con qualcuno. Se è finita l'era delle notizie passate prima da qualche parte e poi sul sito ufficiale della società (vergogne del passato), delle interviste nei cessi degli spogliatoi o dei pranzi a tema culturale-letterario in qualche casa di Torre Lapillo qualcuno se ne faccia una ragione. Non c'è bisogno di andare giù con stangate alla prima stecca. Questo giornalismo ricattatorio sta portando nel precipizio chi lo sta interpretando (per noi è tutto grasso che cola, un suicidio dietro l'altro, pure grafico...), ma ci dispiace onestamente e solo per il semplice fatto che le cose semplici non ci piacciono, non ci piace vincere facile di fronte a chi è in evidente stato confusionale. Della buona salute dell'informazione sportiva ci avvantaggiamo tutti.
Basterebbe tornare un po' alla realtà, raccontare verità scevre da condizionamenti, devi sforzarti anche se Benassi a fine allenamento ti prende per il grugno e ti vuole menare... C'è da raccontare la verità, prima, senza commistioni coi fatti personali. Pensiamo al Lecce.
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