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LA FOTO: il Lecce in ospedale, un bel sorriso per i bambini

I giallorossi hanno visitato il reparto di Oncologia del "Fazzi" riservato ai più piccoli

LECCE - Giornata davvero speciale per i bambini del reparto di Oncologia Pediatrica del "Vito Fazzi" di Lecce, che hanno ricevuto la visita di Giuseppe Abruzzese e Checco Lepore, accompagnati in reparto dal Consigliere di Amministrazione giallorosso Alessandro Adamo, molto sensibile a questa iniziativa che ha voluto fortemente e personalmente, accanto al Responsabile del Marketing giallorosso Andrea Micati.

Molto emozionati i 2 giallorossi, che si sono concessi in foto e autografi, consegnando maglie, sciarpe e bandiere del Lecce, con la speranza di vederle presto indossate dai ragazzi del reparto, una volta vinte le loro difficili battaglie per la vita.

I piccoli hanno incalzato i calciatori con domande e curiosità sul calcio, Abruzzese ha promesso di recuperare dal piccolo infortunio per "esserci a Benevento", mentre Lepore, con il suo fare molto sensibile ma al contempo scherzoso, ha ironizzato in dialetto leccese sulla festa "da rovinare" al Benevento a casa loro...

A margine dell'incontro con i calciatori ci siamo fatti spiegare per portarlo a vostra conoscenza il progetto dell'associazione "Per un sorriso in più", direttamente dal Presidente Antonio Giammarruto: "abbiamo iniziato nel lontano 1997, con un gruppo di genitori che erano costretti a enormi viaggi e spese per curare i loro figli lontano dal Salento. Dalle loro esperienze è nata la volontà di realizzare a casa nostra, nel Salento, le strutture necessarie per curare questi bambini, senza costringere i tanti genitori che devono fare i conti con queste battaglie a lunghi viaggi della speranza nei centri più importanti d'Italia. Devo ringraziare il Lecce, che da oltre 10 anni non fa mancare il suo sostegno alla nostra associazione, portando il nostro nome all'attenzione dei tanti che ci possono aiutare. Mi auguro che con le cure preziose dei medici valorosi che abbiamo a Lecce molti di questi bambini un giorno possano andare allo stadio, a fare quello che tanti di noi fanno normalmente e senza difficoltà, una volta che avranno vinto le loro battaglie".

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