CALABRESI, CHE CARICA! "Sono qui perchè ho tanta rabbia dentro: dimostrerò chi sono"
Le parole del nuovo terzino destro del Lecce, molto versatile come sentiremo anche su altri ruoli
LECCE - Giornata di presentazione ufficiale per Arturo Calabresi, il nuovo terzino destro del Lecce.
Romano, classe 1996, in arrivo dal Bologna, il difensore è del Lecce a titolo definitivo per i prossimi tre anni con opzione a valere del Lecce su un quarto anno automatico di contratto.
Ecco la sua intervista, in versione scritta, molto ampia, e sotto in versione integrale video.
Situazione di partenza - “Vengo dall'anno più difficile della mia carriera. Ho giocato poco, non ho avuto la fortuna di fare il ritiro con il Bologna ma mi sono preparato da solo a Roma con un ‘coach’ messo a disposizione dalla società. L'aspetto fisico è comunque da curare, ma era importante per me lavorare e colmare alcune lacune. Mi manca e mi è mancato, ovviamente, il ritiro tradizionale, le dinamiche con i compagni, i movimenti di gioco”.
Ritorno in B - “E' un campionato che conosco, l'ho fatto tre volte e ci sono legato, devo tantissimo alla Serie B. Sarà il solito campionato equilibrato, pieno di sorprese e insidie”.
Molta rabbia - “Credo nel lavoro, ho dato sempre il mio contributo ma ho giocato molto poco. Ho lavorato tanto per guadagnarmi la Serie A, dove ho sempre sfruttato le mie occasioni, le poche volte che mi è stata data la possibilità di dimostrare le mie qualità. Oggi riparto con moltissima fame, una voglia enorme di rimettermi in gioco. Questa opportunità per me è un tassello importantissimo della mia carriera”.
Caratteristiche - “Sono nato da centrocampista centrale, poi ho fatto il difensore centrale e il terzino destro. Posso fare tutti i ruoli, anche se ovviamente le mie caratteristiche attuali dicono che ho maggiore propensione difensiva, sulla fascia. Il mio pensiero è non subire gol, difendere il risultato, solo in Francia ho spinto molto di più sulla destra: era anche un calcio diverso”.
Allenatori - “Inzaghi mi ha regalato l'opportunità di giocare in A e segnare un gol, in Francia con Elsner ho imparato a muovermi in un calcio nuovo, con Baroni ci ho parlato ed è stato praticamente decisivo farlo. E' stato fondamentale nella mia scelta di venire qui. Divento del Lecce dopo tanti anni di prestiti. E' un aspetto non trascurabile, Lecce è un punto fondamentale della mia carriera”.
Passato con Blin e Gendrey - “In Francia il campionato non è ripreso dopo l'emergenza sanitaria legata al contagio dal coronavirus. Eravamo a tre punti dalla salvezza e ci hanno retrocessi d'ufficio fermando il campionato. Ho voglia di rivalsa anche per quello, come ce l'hanno Blin e Gendrey che erano con me quell'anno”.
Sentire il Lecce dentro - “Mi conquista il fatto che Lecce trasmetta così tanto il senso di appartenenza. Con lo spirito e con i fatti voglio che tutto questo mi entri dentro”.
Calcio e cinema - “Figlio d'arte? Hanno capito subito in casa che ero fatto per il calcio, non per il cinema come papà Paolo. Che dire, io papà l'ho seguito sempre sul set, quando sono cresciuto è rimasto solo il confronto quotidiano sulle storie diverse delle nostre vite”.
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