Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio
Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere
LECCE - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da non prendere troppo sul serio…, mi raccomando!
BLEVE - Al “Via del Mare” in porta non lo si vedeva da quando portava i calzoni corti. Ma lui è un “freddo”, l'emozione non lo tradisce: gioca molti palloni con i piedi, interpretando il ruolo in chiave moderna. Tiri ne prende zero, sino al gol della bandiera dei calabresi. VOTO 6.
CALABRESI - Linee di passaggio e tracce di DNA quasi da centrocampista. Dimostra di avere la sensibilità giusta dal punto di vista tecnico per interpretare più ruoli e tutti in maniera assolutamente positiva. Offre un assist, meriterebbe il gol, negato dal palo. Arriva “cotto” al finale di gara, tanto che si perde il contropiede vincente del Cosenza restandosene dalla parte opposta del terreno di gioco. Peccato, ma pazienza… VOTO 7.5.
LUCIONI - Avrebbe potuto marcare visita e lasciare il Lecce ai suo problemi, invece da quel che sappiamo sceglie personalmente di andare in campo ammaccato, giocando sopra un problema muscolare non di poco conto. Il risultato è una prestazione degna del grado di capitano. Sacrificio personale e esempio per gli altri: quel che serve. VOTO 7.5.
MECCARIELLO - Questa volta non lo puniamo: è vero che il Cosenza segna nella sua unica uscita difettosa, ma è vero anche che lo fa dopo due rimpalli vinti. Rete del tutto casuale, la sua prestazione assolutamente no: scintillante. VOTO 7.
GALLO - Segnali di vita nel giorno di “Halloween”. Nel finale di 1° tempo perde dai radar Caso, che gli sfugge via solo davanti a Bleve, in posizione defilata. Per il resto boccata d'ossigeno. VOTO 6.
MAJER - Tecnicamente e fisicamente dominante. Fa a pezzi ogni avversario che il povero tecnico Zaffaroni prova ad alternargli addosso. Ciclonico. VOTO 8.
BARRECA - Entra per salutare gli amici. S.V.
BLIN - Inizia così: fallo da ammonizione, cross in fase offensiva che finisce oltre i cartelloni pubblicitari. Risale la corrente con grande applicazione e lucidità, provando a fare il Jorginho del Lecce, ossia il catalizzatore e il distributore di palloni. Ci riesce bene. VOTO 6.5.
HJULMAND - Lui subentra per evitare che Blin si becchi un altro giallo in un potenziale recupero concitato o d'assalto per il Cosenza che invece dorme sonni beati. S.V.
BJORKENGREN - Per distacco il migliore in campo: si inserisce che è un piacere, si muove costantemente anche senza il pallone, galleggia, si sposta, non offre punti di riferimento chiari, ripiega pure. Una serie di caratteristiche che mandano Baroni in brodo di giuggiole. Segna meritando il gol nella sua migliore prova italiana. VOTO 8.
STREFEZZA - Devastante, immarcabile. VOTO 8.
RODRIGUEZ DELGADO - Sarebbe la mezz'ora perfetta per mettersi in luce (gioca 25 minuti più recupero): il Cosenza è allo sbando e lui può mostrare il suo valore. Niente, si perde come un pesciolino negli oceani. Abbiamo avuto la percezione di avvertire immagini molto negative e che ci rattristano: dopo la terza o quarta soluzione personale i compagni di squadra hanno iniziato ad ignorarlo. Speriamo che sia solo una nostra stupida percezione. VOTO 5.5.
CODA - Si diverte a dettare passaggi, a fare il Del Piero dei tempi della Juventus di Lippi, un ruolo tutto per sé: attaccante-rifinitore, che bella cosa! Fa bene Baroni, ha la gamba giusta per distribuire assist, non ha nulla da invidiare a calciatori che passano per tecnici. Trova il gol e se lo merita: che torsione! VOTO 8.
DI MARIANO - Meno scintillante dei compagni del tridente, comunque presente e in regolare servizio in “lavanderia”, direttamente dalla difesa a “ripulire” palloni per gli altri. Qualche tuffo plateale non inganna Santoro e lui si innervosisce: con l'arbitro messinese c'è poca trippa per gatti. VOTO 6.5.
BARONI - Abbiamo avuto la stessa sensazione di Cittadella e prima ancora di Crotone: il suo Lecce sta mettendo dentro dei valori, non sappiamo quanto ci metterà in termini di velocità di apprendimento, ma si vede comunque una mano, una azione, un'opera. Non sarà il Lecce più forte o spettacolare di oltre cent'anni di storia, non avrà tutta sta varianza nelle alternative tattiche e di gioco, ma la squadra segue il suo allenatore senza nessuna riserva. In situazioni difficili responsabilizza tante cosiddette “riserve”, continuando ad alimentare questo “mito” del tutti utili e nessuno indispensabile. Non gli è indispensabile Rodriguez Delgado, infatti, per cui il dopo-partita è un tiro con le freccette… Evitabile in questo contesto vittorioso, ma si sa chi vince ha ragione sempre e mostra i muscoli. VOTO 7.
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