ROMA - Questa mattina vi avevamo promesso un approfondimento regolamentare, un'interpretazione autentica circa l'applicabilità del lunghissimo comunicato di ieri della FIGC sui criteri per l'ammissione ai ripescaggi MA SOPRATTUTTO UNA VALUTAZIONE DELLE SUE INFINITE POSTILLE, che sembrano essere state scritte apposta per tagliare il Lecce fuori da ogni ipotesi di ripescaggio.

Ecco, punto per punto, le postille ai criteri che ci affossano:

1) in caso di esclusioni dal campionato a seguito di sentenza emessa dagli organi di giustizia sportiva non si attingerà alle graduatorie dei ripescaggi per integrare gli organici;

2) paradossalmente (punto D4 del comunicato) le società che subiranno anche in corso sanzioni per illecito sportivo e/o violazione del divieto di scommesse (ipoteticamente il Brescia) non saranno escluse dal diritto a godere del ripescaggio. Eventualmente solo dopo sconteranno la successiva pena. Un'assurdità, perchè questo criterio potrebbe premiare con la vittoria di un campionato chi invece ha compiuto illeciti. Davvero un "mostro" giuridico. La FIGC ha difeso questo criterio spiegando di non poter attendere l'ultimo grado di giudizio di ogni sentenza per comporre gli organici, così se non arriverà nessuna sentenza sul Brescia (o su altre squadre eventualmente coinvolte nei presunti illeciti) il Consiglio Federale passerà al varo dei campionati. E chi si è visto si è visto. Solo dopo, se le società saranno condannate, si procederà con penalizzazioni e pene da scontare, ma solo successivamente.

3) validità delle sentenze di giustizia sportiva dal 2013 in poi a preclusione totale della domanda: questa norma, contenuta tra le "cause di esclusione" vede il Lecce definitivamente k.o. per una condanna per omessa denuncia del 2 agosto 2013 (caso Ferrario, Lecce-Lazio). La data ricade pienamente nella stagione sportiva 2013-2014 (burocraticamente la stagione sportiva inizia il 1° luglio).