LECCE - L'infinità dei suoi aneddoti richiederebbe giorni e giorni di confronto, qualche risata e tanto, tanto calcio.

Parliamo del DS del Lecce Pantaleo Corvino che ha svelato altri particolari della sua intensa carriera partita dalla 3° Categoria (era DS della squadra del suo paese, il Vernole) per arrivare a portare la Fiorentina stabilmente in Champions League. Ecco le sue parole a SKY Sport.

Il “metodo” Corvino - “Ho sempre fatto calcio con pochi gettoni in tasca, ma sono contento così. Mi sento un ‘Davide’, non un ‘Golia’, ma mi piace così. Toccare la pelle delle persone, vedere con gli occhi va oltre la tecnologia, le schede con cui si comprano i giocatori adesso a distanza. Io faccio ancora calcio a modo mio”.

Krstovic - “Questione di rapporti, di buoni rapporti… Ho delle persone che fanno rete, che mi hanno segnalato un attaccante che sarà certamente all'attenzione di club ben più importanti del nostro nel prossimo futuro e che era già seguito da grosse società. Sono andato a vederlo, mi ha convinto, l'ho portato a Lecce” (NELLA FOTO PROPRIO IL DS DEL LECCE CON IL “GIGANTE” BUONO MONTENEGRINO).

Dorgu e gli altri - “E' il frutto del nostro lavoro, intravedere più che vedere. Dorgu l'ho preso che era ragazzino, come si fa a essere certi che sarà un grande giocatore? Ho intravisto qualità e me lo sono portato via subito. Quando parlate di Dorgu non dimenticatevi di Gonzalez, 35 presenze in A lo scorso anno su 38 partendo dalla ‘Primavera’. Non è poco”.

Segreti del passato - “Sono stato vicinissimo al Catania nel suo momento migliore. Devo dire la verità? Non andarci in quella fase, non poterci andare per questioni contrattuali, mi è rimasto dentro. L'amico Angelozzi lo venne a sapere, mi telefonò e in siciliano mi disse: ‘minchia! A Catania ti vogliono? A Catania devi andare, si deve andare!’. Devo dire fu un'occasione mancata, avrei voluto andarci”.