TIFO: che sia Milan o sia Lecce quanto malessere
La tifoseria giallorossa al crocevia del cambio di proprietà
LECCE - Sono momenti neri per il tifo calcistico, a tutte le latitudini, qualunque sia l'obiettivo, che si giochi per vincere i campionati o provarci oppure per risalire in una categoria più dignitosa.
Ma se è vero che dalle spine nascono le rose il Lecce ha bisogno ora più che mai di ritrovare i suoi tifosi, di non perderli, di non vederli allontanarsi ancora di più di quanto già abbiano fatto in questo triennio con Tesoro al comando, un triennio caratterizzato da una emorragia continua di sostenitori. Numeri da anonimato per una piazza che era "bollente" non più di qualche anno fa.
Le associazioni dei tifosi che fanno riferimento al Milan, per fare un parallelo, hanno fatto sapere con un comunicato che non seguiranno la squadra e non esporranno più striscioni, continuando la loro protesta, sino a quando Silvio Berlusconi non avrà deciso cosa fare "da grande", se lasciare il Milan, rilanciarlo o continuare a galleggiare tra una stagione fallimentare e l'altra. Insomma i tifosi vogliono chiarezza, sanno tirare fuori gli artigli, non restano inermi.
Nel Salento viviamo un contesto certamente più ridimensionato dal punto di vista degli obiettivi, ma - occorre dirlo - non meno competente o appassionato di calcio: uno spirito nuovo, anche la volontà di non perdere il "giocattolo", la speranza di una rinascita devono prevalere sulla noia, la disillusione e la monotonia che ha pervaso il Lecce dei Tesoro. Stringiamoci insieme, uniamo le forze: ora bisogna stare uniti.
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