LIPPOLIS, il leccese che voleva fare grande il Martina: "MI HANNO TRUFFATO"
Intervista all'ex patron dei biancoazzurri, che si sfoga duramente
LECCE - "Sono stato truffato, raggirato". Con queste parole pesantissime l'avvocato leccese Massimiliano Lippolis fa chiarezza sulla sua uscita forzata dal pacchetto azionario del Martina Franca, che l'ha costretto dopo pochissimi mesi ad abbandonare il suo progetto di calcio in Valle d'Itria, lasciandolo alla cordata di Luca Tilia, che dopo una salvezza sofferta non solo non ha iscritto la squadra al prossimo campionato ma anzi ha abbandonato completamente la nave, spostando i propri interessi calcistici a Caserta.
Tristezza - "Che tristezza aver assistito a tutto questo: hanno sabotato il mio lavoro, raccontato falsità alla gente, con l'unico fine di appropriarsi del Martina Franca per portarlo al fallimento finanziario e tecnico. Hanno mascherato sino a quando hanno potuto, poi sono implosi nel nulla che rappresentavano, dal punto di vista finanziario e delle garanzie economiche. Poveri casertani, che ora dovranno assistere allo stesso film".
Querele in corso - "Ci sono delle querele in corso, altre a cui già si è dato seguito. Il mio nome è stato costantemente infangato per nascondere l'inadeguatezza della società subentrante. Nelle memorie difensive che hanno inviato alla magistratura per opporsi ad una mia querela hanno attribuito alla mia gestione addirittura i costi delle trasferte di Lecce e Benevento e gli acquisti di Rajcic e D'Alterio, tutti eventi che si sono consumati ben dopo il 15 novembre, quando sono stato costretto ad andare via. Questo per dare idea della approssimazione con cui provano a tirarmi dentro le loro operazioni che hanno portato Martina a sparire dal calcio".
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