LECCE - Molti imbonitori locali sino all'ultimo hanno venduto il fumo delle loro conclusioni, arrampicandosi su specchi sempre più scivolosi, per testimoniare il grande successo al botteghino del film da Oscar del Lecce di Tesoro. Ancora una volta i numeri puniscono questi tentativi artificiosi di distorcere la realtà, una prassi che sta diventando comune, quotidiana.

Confronti umilianti - Ecco qualche partita del Salento a confronto (abbiamo preso in esame il solo calcio salentino a tutti i livelli, tra Lecce, la presunta capitale del calcio salentino, Brindisi e Taranto).

Spalti pieni - Basterebbero queste cifre a confermare la fuga dal "Via del Mare", che si è consolidata quest'anno dopo un 1° anno di fiducia nei Tesoro, un 2° di graduale abbandono e un'annata di completo disinteresse e disfacimento. Eppure il Salento resta affamato di calcio e il tifo non è una questione di categoria. Lo sanno a Taranto, dove la tifoseria rossoblù ha invaso lo "Jacovone" tutto l'anno (media oltre i 4mila, spareggi promozione a 8mila). Per la fondamentale Lecce - Salernitana noi siamo arrivati a 6287 spettatori, picco massimo di una stagione da dimenticare.

Fenomeno Nardò - Del resto i 3500 granata di Nardò - Mazara del Vallo (spareggi di Eccellenza) parlano chiaro e sono in linea con la media stagionale del "Giovanni Paolo II" di Nardò, che mai è sceso sotto le 2mila presenze. Nardò ha dalla sua un bacino di 30mila abitanti sulla città e 20mila considerando i centri immediatamente attigui; Lecce e provincia, invece, può contare su 1 milione di abitanti.

Numeri ridicoli - Le cifre del botteghino del Lecce si fanno ridicole davanti ad un ulteriore discesa di categoria: all'ultima serie del calcio italiano, in 3° Categoria, quest'anno hanno assistito mille persone in media a tutte le gare dello Squinzano. Il picco l'ha fatto però il Campi Salentina, nello spareggio-promozione sul neutro di Novoli, con 2400 spettatori monitorati da commissari di campo e agenti di Polizia.